Autonomia Differenziata, Alecci: il “tradimento” del Presidente Occhiuto nei confronti dei calabresi


Alecci “Passa la riforma del Centrodestra con la connivenza dei rappresentanti della nostra regione in Parlamento e del Presidente Occhiuto. Per mesi non ha fatto nulla per opporsi. Le poco credibili parole a difesa del suo operato suonano oggi ancora di più come una beffa”. 

Oggi la Repubblica italiana non è più “una e indivisibile”! Lo ha sancito un Governo di estrema destra, secessionista e a trazione settentrionale che dopo una sfiancante seduta notturna conclusa alle 7.45 di mattina, ha approvato alla Camera la legge sull’Autonomia Differenziata.

Una legge che mette la parola fine a tutte le speranze di riscatto e di crescita per il Sud Italia, condannato sempre di più all’isolamento e allo spopolamento, con intere generazioni di meridionali che al posto del corredino per la nascita avranno già pronta la valigetta per emigrare.

Una porcheria, una riforma sciagurata che passa alla Camera con la colpevole connivenza del massimo rappresentante della nostra regione, il Presidente Roberto Occhiuto, che oggi completa il suo tradimento nei confronti del mandato degli elettori calabresi. E con lui tutti i nostri rappresentanti alla Camera che hanno votato sì come avevano fatto Tilde Minasi, Mario Occhiuto, Fausto Orsomarso ed Ernesto Rapani al Senato.

E suonano ancora di più come una beffa le dichiarazioni contraddittorie del Presidente che parla solo oggi di disegno di legge migliorabile, di errore del Centrodestra, citando i nomi di chi non ha votato la legge. Proprio lui che aveva votato a favore dell’Autonomia Differenziata nella Conferenza Stato-Regioni già nel marzo del 2023 e aveva parlato di “grande sfida e grande occasione” per la nostra regione, proprio lui che in tutti questi mesi non si è mai opposto a questa riforma scellerata sebbene non perda occasione per sottolineare il suo peso politico a Roma, proprio lui che ha provato a mischiare le carte con i soliti proclami e le solite trovate da showman (“No money, no party”), proprio lui che prima delle europee ha chiesto ai calabresi un nuovo sostegno per una Calabria più forte in Europa, quella stessa Calabria che anche lui insieme ai suoi colleghi di Governo condanna ad un futuro sempre più povero e marginale.

La nostra regione sarà sempre più penalizzata e avrà sempre meno risorse per la sanità, la scuola, i trasporti, le politiche sociali, l’ambiente, mentre aumenterà a dismisura il divario tra Nord e Sud, tra regioni più ricche e regioni più povere.

Tutto ciò fa male e fa male sapere che i nostri rappresentanti nelle massime sedi istituzionali sono stati complici di questa disgrazia. Ma nonostante questo, non è possibile tirarsi indietro, noi continueremo a lottare in tutte le sedi democratiche per ostacolare questa deriva secessionista e provare a dare ancora una speranza ai nostri giovani.