Arrivano le tasse


 Mentre scrivo, mattina presto del 19, sono certissimo che entro stasera Conte passa, con l’aiuto di 5 stelle terrorizzati dalla certezza di perdere il posto, e di saltafosso, girella, renziani pentiti di essersi pentiti, responsabili, costruttori, Scilipoti, finti malati e senatori a vita, e di un’opposizione parolaia e inutile. Auguri.

 Tutto ruota intorno a 209 miliardi, di cui tutti si riempiono la bocca e nessuno le tasche; e che, promessi nell’estate 2020, a quasi fine gennaio 2021 non si vedono né insieme né a piccole comode rate.

 Però, dopo il 31, arriveranno le tasse: c’è chi dice 50 milioni di cartelle. Arriveranno anche ai commercianti che hanno dovuto chiudere, comprese le imposte comunali di spazzatura non raccolta perché non prodotta. I tassati dovremo pagare, se no ci mettono le ganasce fiscali, dette pudicamente fermo amministrativo; se no ci pignorano stipendi o pensioni; se no si pigliano le case…

 E quando si pigliano le case, che se ne fanno, se nessuno ha più una lira per comprare?

 La faccenda delle tasse è un altro tormentone come le canzoni spagnole demenziali dell’estate: ogni governo, ogni partito, ogni genio della politica ne parla; e riforme serie, MAI; e ogni italiano paga un mare di imposte dirette, senza scordare le regionali e comunali, e ondate di indirette di ogni genere. Pensate a una bolletta della luce, diciamo di 100 €, in cui di luce paghiamo sì e no 40, e i restanti 60 sono balzelli e altri trucchi.

 Insomma, siamo in una situazione da film di Zorro con il sergente cattivo e inetto.

 Salvini… Salvini è uno cui vengono all’improvviso le idee, le dice ridendo una volta tra una foto e l’altra, poi se le scorda, tipo BOT; non dà loro una veste razionale; e l’unica che attuò è stata un disastro, buttare giù il suo governo e mettere al suo posto la Lamorgese immigrazionista e “genitore 1 e 2”. Insomma, ognuno ha il Renzi che si merita. Però Salvini, o chi per lui, aveva detto una cosa giusta: tasse per tutti al 20%. Ottima idea: se uno ha 1.000 €, paga 200 e dorme; se uno ha 1.000.000 di euro, paga 200.000, e dorme pure lui, che tanto con 800.000 fa il nababbo lo stesso. Basta: secco, subito, ogni anno e un colpo solo, il 20%.

 Detta questa frase storica, Salvini non incaricò un economista serio di condurre sulla proposta uno studio serio: però si fece un mucchio di foto e passò alla prossima idea subito dimenticata. “Ma tu non lo hai votato?”, chiederà qualche genietto locale della politica. Sì, e proprio per questo mi adiro. Comunque, sono io che ho votato lui, mica lui che ha dato qualcosa a me: non so se è chiaro.

 Torniamo alle tasse. I sistemi corrotti, attenti, non colpiscono mai i veri ricchi, i quali del resto hanno la residenza alle Comore, e i soldi in una scheda elettronica della Banca di Singapore; e non, come pensa un mio amico famoso medico di cultura settecentesca, le cantine piene di prosciutti; anche perché, generalmente, sono vecchi e a dieta. Molto più pratico colpire i poveri, i quali sono poveri, però sono tanti, tantissimi. E i poveri, soprattutto se anziani con pensione sociale, hanno il radicatissimo vizio di pagare, fanno la fila alla Posta per pagare, persino alla Posta di Soverato. Sulla quale una mattina torneremo, perché è un guaio non da poco.

 Le tasse che arrivano a febbraio saranno dunque sulle spalle dei poveri; o, in versione covid, degli impoveriti. Proteste? Zerooooooooooooooo.

Ulderico Nisticò