La Dda di Catanzaro ha chiuso le indagini a carico di 32 persone su un presunto traffico di droga e armi anche da guerra che avrebbe avuto come epicentro Catanzaro per poi diramarsi anche nelle altre province.
Pistole e fucili ma anche kalashnikov occultati all’interno di bidoni sigillati ermeticamente e nascosti in una zona impervia di Catanzaro nord. Lo stesso metodo sarebbe stato utilizzato per nascondere e conservare ingenti quantitativi di marijuana e hashish.
Questo il quadro accusatorio che a gennaio portò la procura antimafia a realizzare l’operazione Secreta collins.
All’epoca sono state 20 le persone sottoposte a fermo. Settanta le armi militari, tra cui kalasnikov, fucili e pistole sequestrate insieme ad almeno 7mila munizioni.
Secondo quanto è stato riferito dagli investigatori la droga veniva acquistata attraverso i canali di approvvigionamento del vibonese e rivenduta nelle piazze di spaccio dei quartieri di Gagliano e Mater Domini di Catanzaro. Mentre le armi erano a disposizione anche di altre consorterie di ‘ndrangheta incluse quelle di Lamezia.
La parola ora passa agli indagati – nel collegio difensivo fra gli altri gli avvocati Gregorio Bucolieri, Francesco Iacopino, Gregorio Viscomi, Alessandro Guerrieri e Ugo Custo – che avranno 20 giorni di tempo per chiarire la propria posizione e fornire ogni documentazione utile rispetto alle accuse che vengono mosse dalla procura.