Un successo dei lavoratori del settore, premiati per aver vinto una battaglia di civiltà e dignità
E’ notizia di ieri, il Senato ha approvato finalmente il DDL appalti, che comprende al suo interno anche le clausole sociali nei cambi di appalto dei call center. Questa norma, approvata in via definitiva, prevede la prosecuzione dei rapporti di lavoro già esistenti in caso di successione di imprese negli appalti con il medesimo committente e la protezione dei trattamenti economici e normativi contenuti nei contratti collettivi.
È una giornata storica per le lavoratrici e i lavoratori del settore customer, che vedono finalmente tutelata la loro continuità occupazionale. Un risultato importante, che è stato possibile raggiungere anche grazie all’impegno delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno sostenuto questa battaglia per anni, con manifestazioni nazionali e locali, scioperi e iniziative di sensibilizzazione.
In questa battaglia le lavoratrici ed i lavoratori calabresi del settore hanno giocato un ruolo da protagonisti, partecipando, attivamente ed in massa, alle iniziative di protesta e proposta messe in campo durante tutto l’iter che ha portato alla conquista di una norma di civiltà che mette in sicurezza nella sola Calabria circa 15mila addetti. Questa norma immette un sistema di regole in un settore devastato dal liberismo sfrenato e caratterizzato dal fenomeno degli appalti al massimo ribasso.
Un ringraziamento sentito va a tutte quelle lavoratrici e quei lavoratori che in questi anni hanno sostenuto le ragioni della nostra rivendicazione, che hanno saputo mobilitarsi ed aderire massicciamente alle giornate di protesta messe in campo rafforzando le nostre tesi.
Questa norma non sarà sicuramente lo strumento che risolverà tutti i problemi del settore, ma di certo limita il fenomeno, quello degli appalti al massimo ribasso, che in questi anni è stata la vera causa di decine di crisi occupazionali. Oggi, più di ieri, andiamo ad affrontare il futuro con qualche certezza in più. Di sicuro la stagione del rinnovo contrattuale non vivrà con la spada di Damocle dell’assenza di “clausole sociali”.