La Calabria, a oggi 4 marzo 2023, l’avrà in seguito, ma non ha l’autonomia differenziata; e non ebbe mai l’autonomia differenziata dal 1970, da quando esiste la Regione. Ai lettori spaventati dalla novità futura, e quindi contenti di come stanno le cose dal 1970 al 2022, comunico, se non lo sapessero, o se fanno finta di non saperlo, che la Calabria è l’ultima d’Europa in quasi tutto quello che conta; e le province calabresi sono le ultime per qualità della vita. E questo SENZA autonomia differenziata, anzi ricevendo ogni anno valanghe di soldi europei e italiani che NON spende per ignoranza di funzionari ciuchi raccomandati.
Come notate, non sto dando retta a certe mode di gente che non conosce la Calabria e il Sud in genere e s’inventa le cose, e non sto rimpiangendo ricchezze che mai furono e non spero in felicità che mai saranno: mi attengo alla purissima verità nuda e cruda. Se dunque siamo messi malissimo senza l’autonomia differenziata, restando senza autonomia differenziata restiamo malissimo; e se una medicina non funziona, meglio cambiare.
Del resto, è mai possibile che i lacrimatori meridionaldomenicali sconoscano che la Sicilia ha l’autonomia dal 1946, e la Sardegna pure da dopo un poco? Ebbene, crederò ai lamentatori quando chiederanno a gran voce l’abolizione dell’autonomia di Sardegna e Sicilia. Ahahahahahah!
Autonomia vorrà dire che alcune voci di spesa le dovremo pagare di tasca. Ebbene, paghiamo già tasse regionali, per esempio il bollo auto: e la situazione delle strade è pessima; e ci sono altri balzelli regionali. A mio modesto avviso, se dovremo pagare di più, magari pretenderemo le strade: per esempio, la Trasversale subito e senza stare a sentire capricci di svincoli e spostamenti di tracciato a fantasia.
Conclusione: quando uno si sente toccato nei soldi suoi, sta più attento. Cioè quando gli chiede il voto il solito incapace però parente o vicino di casa, gli dice di no, e vota meglio, e per gente capace.
Come ho scritto più volte, e tornerò in altra occasione, autonomia funzionante sarebbe quella che comprenda un ampio territorio: Molise, Puglia, Basilicata, Campania, Calabria. Autonomia economica, dunque, cioè lavoro e produzione meridionali; e di un Meridione proiettato verso il suo sbocco naturale, il Mediterraneo.
Facciamolo, e presto e bene. Lasciate piangere i piagnoni di professione e neofobici, ovvero spaventati del nuovo. Che poi non è nuovo, ma antico.
Ulderico Nisticò