Noi della Pro Loco di Cropani, Vi vogliamo raccontare una storia da brividi, esposta da chi con i propri occhi ha visto la disperazione, da chi ha provato l’inferno sulla sua pelle nell’espletare il proprio lavoro.
Stiamo parlando della tragedia scatenatasi nella casa di cura Domus Aurea di Chiaravalle, nella quale erano presenti due nostri concittadini cropanesi che sono risultati positivi al coronavirus. Entrambi guariti.
Esrom Borelli come stai?
Sollevato per il risultato negativo del tampone.
Non sono andato in ospedale ed ho sempre seguito le linee guida.
Adesso sono chiuso in un appartamento e faccio la doccia in continuazione.
Mi sento con i miei al cellulare. Mi ritengo fortunato perché c’è qualcuno che mi sta vicino. Penso in continuazione a quelle persone anziane della struttura che sono decedute e che non ci sono più.
C’è troppa ignoranza, mancanza di senso civico, troppe persone che non hanno responsabilità civica nei confronti della società”.
Chiediamo al nostro amico e compaesano qual è stato il suo stato d’animo dentro la struttura
“il mio stato d’animo è stato sempre tranquillo. Sin da subito sono state prese le necessarie precauzioni: mascherine e guanti. Psicologicamente sono a posto, l’unica cosa che non capisco è come sia possibile che ancora ci siano persone che non riescono a comprendere la reale situazione.
Sono tranquillo e sto bene.
Dopo i primi casi, il 25 marzo ci hanno eseguito il primo tampone ed in quel controllo, assieme con altri pochi colleghi, il risultato è stato negativo. Così, nel poter scegliere liberamente se raggiungere le nostre abitazioni o restare nella struttura, nonostante la tragica situazione, abbiamo deciso di continuare il servizio solo ed esclusivamente per un discorso morale e di responsabilità.
Nel frattempo ci hanno rifornito di tutti i dispositivi idonei per poter combattere il virus.
Sapevate il rischio che correvate?
Si, avevamo messo in preventivo tutto. Lavorare in quell’ambiente con le probabilità che ci saremmo infettati erano alte, ma abbiamo voluto continuare a svolgere la nostra opera soprattutto per assistere e stare vicini ai degenti.
Come ti sei sentito nel vedere tutto quel malessere e tutta quella sofferenza, senza ricevere aiuto? Hai visto anche delle persone morire?
Dal momento che siamo risultati negativi al tampone, per due giorni di seguito (terribili) ovvero dal 25 al 27 marzo, abbiamo vissuto una attesa veramente snervante. Ci hanno permesso di rientrare nelle nostre abitazioni, così io mi sono appoggiato in un appartamento vicino la struttura, che avevo preso ancora prima. Il giorno successivo (28 marzo) volontariamente sono rientrato nella struttura, abbiamo lavorato sino a 24 ore consecutive. Colleghi e colleghe, mai come in queste ore, abbiamo fatto della nostra professione una vera e propria missione di umanità.
Il virus ci ha colto di sorpresa, ma noi non abbiamo ceduto alla paura, allo sconforto e alla stanchezza! Le Nostre famiglie, la nostra comunità, avrebbero voluto che stessimo con loro ma il nostro lavoro é una missione e ce l’abbiamo messa tutta per sconfiggere questo maledetto virus”.
I nostri nonnini avevano in quel momento bisogno di noi ancor più di prima, la nostra presenza infaticabile e premurosa, anche dopo molte ore di lavoro stremante, la nostra capacità di mantenere la calma in una situazione così delicata, è riuscita a portare serenità ed in parte un pò tranquillità.
Io, il mio concittadino, collega ed amico Pepè Fittante e altri pochi operatori siamo rimasti in prima linea, ce l’abbiamo messa tutta! Nonostante anche noi siamo stati contagiati, il dolore più grande è stato aver visto e poi appreso che molti dei nostri vecchietti non ce l’anno fatta.
Persone che conoscevo da tantissimo tempo, chiamandoli di nome uno per uno. Ci siamo organizzati nei modi migliori, non potevamo fare altro che somministrare ossigeno e praticare le terapie prescritte. Non vi erano ventilatori e/o attrezzi idonei per far fronte al coronavirus.
Non potevamo fare altro, non potevamo fare altro!!
Il dispiacere è tantissimo! Con loro abbiamo organizzato feste, compleanni, feste dei nonni, Natale, Ferragosto.. quindi tra noi e loro si era creato un grande e forte legame. Tutto ad un tratto ecco la tristezza, la disperazione. Comunque, nel nostro piccolo siamo riusciti a dare loro la necessaria assistenza, soprattutto morale, lo scopo era quello di poter salvarne il più possibile, purtroppo la disperazione, l’amarezza è stata tanta.
Alla mia commozione è prevalsa la tristezza. Ma ho fatto tutto quello che era possibile, non potevo fare altro.
Sei stato sottoposto ad ulteriori tamponi?
Si, sono stato sottoposto a più tamponi e ieri, alle ore 22,30 mi è stato confermato, da parte del Dipartimento della sanità, la mia negatività.
Voglio tranquillizzare alcun miei amici e concittadini che resterò ancora in isolamento qui a Chiaravalle.
Vuoi ringraziare qualcuno?
Si. La mia famiglia soprattutto. Poi vorrei ringraziare, attraverso voi, TUTTI coloro che mi sono stati vicino.
Un riconoscimento all’amministrazione comunale di Cropani, nella persona del sindaco Raffaele Mercurio.
Ed un grazie a voi, Proloco di Cropani, per aver preso a cuore tutta la vicenda, al sindaco di Chiaravalle Centrale Domenico Donato e al mio medico curante Il Dottor Gallucci Michele.
Noi della Pro Loco vogliamo concludere citando una frase di Papa Francesco: “Ringrazio di cuore il personale ospedaliero, i medici, le infermiere e gli infermieri, i volontari che in questo momento tanto difficile sono accanto alle persone che soffrono”