È sempre meglio ragionare a freddo sulle cose, quando le acque si sono calmate e si riesce a intravedere ciò che si deposita sul fondo. E dopo gli intensi fenomeni atmosferici che hanno caratterizzato la prima settimana di ottobre, sul fondo di questa nostra fragile terra restano, purtroppo, almeno due vittime, Stefania e suo figlio, nel lametino. Da parte dell’associazione Nuove Narrazioni va un sincero cordoglio ai familiari delle vittime e una ferma condanna di chi, direttamente o indirettamente, è responsabile di quanto accaduto.
Le condanne, come al solito, nei giorni immediatamente successivi alla tragedia, si sono susseguite numerose e da parte di tutti gli schieramenti. Ma l’azione politica non può fermarsi al comunicato, pur doveroso; bisogna rintracciare le cause, cercare e proporre soluzioni. Ed essere, soprattutto, dalla parte dei sindaci, degli amministratori locali che si trovano a combattere quotidianamente contro un sistema burocratico mal gestito che si dimostra cieco e impreparato a far fronte ai reali bisogni del territorio. La maggior parte dei comuni non è in grado di sostenere autonomamente i costi relativi alla pulizia dei torrenti e delle fiumare e così i sindaci sono costretti ad affidarsi ai diversi enti preposti alla realizzazione di interventi straordinari di manutenzione.
Ciò che è successo a Davoli, nel catanzarese, è il classico esempio di lungaggini e scaricamenti vari di responsabilità. Riportiamo la ricostruzione che il sindaco Giuseppe Papaleo ha affidato a un suo post su Facebook: “Vista l’impossibilità economica di sostenere autonomamente le spese necessarie, il 24 luglio il Comune di Davoli richiede un immediato intervento di pulizia dei torrenti “Peramo-Vasì- Pegade- Ficarazza- Roella”. Viene così messa in evidenza l’assoluta impellenza di tali operazioni di pulizia straordinaria, in considerazione dell’attesa delle improvvise precipitazioni a carattere temporalesco. I destinatari della lettera sono stati: il settore Forestazione ed Idrico della Regione Calabria; Calabria Verde e la Protezione civile. L’01 agosto il settore Idrico della Regione Calabria sostiene che, ove si tratti di interventi di piccola manutenzione, la competenza è a carico del Comune. Il giorno successivo, rispondiamo dicendo che, data la gravosità della situazione, i lavori in questione sono di “straordinaria manutenzione” e quindi richiedono interventi consistenti che non rientrano nella capacità economico- finanziario dell’ente da me diretto.
Non ricevendo alcuna risposta positiva, il 17 settembre spediamo ai destinatari già elencati (ed in più al Prefetto) un nutrito servizio fotografico, curato dalla Polizia Municipale, dei torrenti oggetto di sollecitazione […] Dopo due giorni, il Settore Idrico invita Calabria Verde a valutare gli interventi di sistemazione. A fine settembre la società si reca sui luoghi interessati per un sopralluogo, riferendoci che l’intervento l’avrebbero realizzato dopo il 20 ottobre, però. Evidentemente troppo tardi!”.
Episodi del genere se ne potrebbero raccontare a decine, e invitiamo i sindaci a rendere pubbliche le loro difficoltà. Quello di Davoli è soltanto uno dei molti casi che in una regione ad alto rischio idrogeologico sono all’ordine del giorno e dovrebbero, invece, quantomeno essere ridotti al minimo. Il settore pubblico non può in nessun caso dimostrarsi incapace di garantire i requisiti minimi di sicurezza sul territorio, quale che sia la causa di questa incapacità.
Associazione Nuove Narrazioni