Impiantato per la prima volta presso la Cardiochirurgia di Reggio Calabria un moderno dispositivo chiamato ECMO per il trattamento di una paziente affetta da miocardite fulminante.
Sono trascorse tre settimane dalla dimissione di una giovane donna ricoverata in urgenza nel “Centro Cuore” di Reggio Calabria per uno shock cardiogeno causato da una miocardite. A renderlo noto con soddisfazione è la Direzione Strategica del Grande Ospedale Metropolitano “Bianchi-Melacrino-Morelli” di Reggio Calabria.
La donna era stata ricoverata in condizioni disperate presso la Cardiologia del G.O.M. nel mese di febbraio u.s. a seguito di un malore improvviso legato ad una influenza che aveva compromesso gravemente il suo cuore a tal punto che si era quasi fermato.
“La miocardite è una infiammazione del muscolo cardiaco – spiega il Dr Virgilio Pennisi, Responsabile della Cardiologia del G.O.M. – che in alcune situazioni può condurre ad insufficienza cardiaca e shock ed è gravata da elevata mortalità (60-70%).”
“La donna, commenta il Dr Angelo Covino, Responsabile della Cardioanestesia reggina – arrivata in Ospedale in tarda notte, è stata immediatamente sottoposta a cure intensive e coronarografia e visto il repentino peggioramento delle sue condizioni cliniche sottoposta in poche ore dal ricovero presso la Cardiochirurgia del G.O.M. ad intervento chirurgico di impianto di ECMO veno-arterioso periferico cioè senza aprire il torace”.
“L’ECMO – aggiunge il Dr Fratto Responsabile della Cardiochirurgia – è un dispositivo “salvavita”, una moderna e versatile circolazione extracorporea utilizzata generalmente in pochi Centri, che si occupano soprattutto di trapianti e scompenso, per il trattamento dell’ insufficienza cardiaca e respiratoria. Necessita pertanto di medici e personale infermieristico altamente specializzati, in grado di gestire in poche ore le complesse fasi organizzative, di impianto e soprattutto di gestione postoperatoria”.
La paziente che ora sta bene ed è stata dimessa per il periodo riabilitativo. In considerazione dell’elevata mortalità di questa malattia, si tratta un importante successo non solo clinico ma soprattutto organizzativo del Centro Cuore e di tutto l’Ospedale.