Caro Tito, riprendo questa corrispondenza a distanza di circa 20 giorni dall’ultima n. 305 del 18 ottobre 2020, per informarti di una proposta avanzata (via email alle ore 05.54 di martedì 03 novembre 2020), al neo-Assessore Damiano Giovanni Dalerba del Comune di Segrate. Costui ha appena 44 anni ed è un giovane architetto e manager di successo internazionale. Alla sua Amministrazione avevo già inviato altre proposte con email di sabato 24 ottobre 2020 (ore 14.27) cui aveva risposto prontamente dopo qualche ora (alle 21.04) in modo interessato ma interlocutorio, e comunque quasi indefinito. Così, ho replicato con una ulteriore proposta con email di mercoledì 28 ottobre (ore 03.58). Tutte queste mie proposte tendono a fare di Segrate (città-giardino attaccata a Milano), nel cui territorio insiste l’aeroporto internazionale di Linate, un polo culturale non solo italiano ed europeo ma anche globale. Ma eccoti i contenuti della lettera inviatagli qualche giorno fa, alle ore 05.54 di martedì 03 novembre.
1 – LA LETTERA A DAMIANO DALERBA DI SEGRATE (Milano)
Pregiatissimo Assessore Dalerba …. (omissis) … Come Le proponevo, Segrate potrebbe diventare un eccellente “luogo letterario” ma anche, volendo, un centro di cultura internazionale (ha un aeroporto, un sistema televisivo ed editoriale in casa ed è attaccata a Milano). Per rendere tale Città ancora più nota, significante e produttiva in Italia e all’estero, Le propongo due idee da annunciare e poi realizzare, in anticipo su tutti.
A – MUSEO DELLE MASCHERINE COVID o DEL COVID-19
Questo lungo periodo del Covid-19 globale lascerà una memoria indelebile per chissà quanto tempo ancora. Uno dei modi per contribuire a portarne memoria visibile è quello di realizzare in Segrate un MUSEO DELLE MASCHERINE COVID-19 o addirittura un MUSEO DEL COVID-19 (con la riproduzione di una tipica sala intensiva e di tutto ciò che ha inciso sulla vita dei popoli e delle persone, tra cui le mascherine, alcune delle quali sono persino un’opera d’arte). D’altra parte, la Lombardia è stata al centro di questa pandemia, per cui sarebbe quasi obbligatorio, storicamente, lasciarne memoria tangibile. Magari con una annessa biblioteca-archivio sul tema.
Sicuramente avrà pure visitato il FICO di Bologna, la nota Fabbrica Italiana COntandina (Fico Eataly World). Su tale paradigma, la Città di Segrate potrebbe realizzare un FICO CULTURALE (o FICU come Fabbrica Internazionale della Cultura) raccogliendo e “vendendo” il meglio della cultura italiana ed estera e rendendo Segrate un crocevia obbligato e redditizio (sia in termini economici che di immagine) a livelli globali.
2 – I PRIMISSIMI MUSEI COVID NEL MONDO
Caro Tito, la dimostrazione che la proposta di un “Covid Museum” non sia del tutto strana è data da altre iniziative del genere che si sono variamente attivate in tante pari del mondo, fin da sùbito, già durante la nostra prima clausura (lockdown) di marzo-aprile-maggio. Come ad esempio il Museo digitale di cui ho letto sul sito https://arte.sky.it/2020/04/covid-art-museum-quarantena/ il 22 aprile 2020 sei mesi e mezzo fa). Ritengo che sia utile leggerne insieme il contenuto che ci viene presentato sotto il titolo “Nasce il Covidmuseum, il primo museo al tempo del virus” cioè un museo digitale interamente dedicato alla quarantena. Una pagina Instagram raccoglie quasi tutte le opere d’arte create durante la pandemia.
Eccone il testo: << Il mondo dell’arte sta vivendo, in queste ultime settimane, tempi strani e per molti aspetti paradossali. Alla stasi e all’immobilismo dei musei, susseguente alla chiusura fisica degli spazi, è subentrato uno tsunami di proposte digitali, tanto da parte degli stessi spazi istituzionali – costretti a trovare nella rete l’unico luogo di scambio e coinvolgimento del pubblico – quanto da parte di artisti e creativi, che hanno deciso di rispondere con l’immaginazione al dramma dell’emergenza sanitaria in corso. Nomi noti della street art come Pejac e Banksy, ad esempio, hanno reagito al virus con interventi “site-specific” all’interno del loro appartamento, mentre gli italiani Andrea Mastrovito e Valerio Berruti hanno preferito destinare le loro energie in favore dei centri ospedalieri, attraverso aste benefiche dei loro disegni. La lista degli artisti che hanno tratto ispirazione da questa quarantena, d’altronde, è lunghissima e ricca di iniziative interessanti. Una panoramica di nomi e opere spesso bizzarre e curiose, che trovano oggi spazio all’interno di un nuovo “contenitore” virtuale. UN ARCHIVIO DIGITALE. Stiamo parlando del Covid Art Museum (CAM), il primo museo digitale interamente votato al tema della pandemia.
A realizzarlo sono stati Irene Llorca, José Guerrero ed Emma Calvo, tre giovani pubblicitari spagnoli che hanno deciso di raccogliere le migliaia di opere d’arte realizzate in queste settimane, archiviandole all’interno di una pagina Instagram dedicata. Scorrendo le singole immagini (al momento se ne contano oltre 360) si possono scorgere le illustrazioni di Pierpaolo Rovero, l’emblematica copertina di Vanity Fair realizzata da Francesco Vezzoli, le sculture in miniatura di Zelina e le mascherine trendy dell’artista cinese Zhijun Wang. Ognuna delle opere affronta in maniera personale e spesso divertita il grande tema della quarantena, dando vita, nell’insieme, a un archivio che riflette ansie e preoccupazioni del nostro presente. Per contribuire al museo e aggiungere la propria opera alle altre basta compilare un semplice formulario, oppure condividere l’immagine sul social network includendo l’hashtag #CovidArtMuseum>>.
La notizia di un’altra iniziativa ci proviene dal quotidiano “La Repubblica” dell’11 maggio 2020 (sei mesi fa) a firma di Silvia Luperini con il titolo “Dalle mascherine alle pantofole, nei musei il racconto del coronavirus”. Eccone l’enunciato, tratto dal sito https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2020/05/11/news/musei_covid_collezione_testimonianze_emozioni_paure_oggetti-256291979/. Così inizia: <<In tutto il mondo si raccolgono già testimonianze, foto e video su questi mesi. Un affresco di emozioni, paure e momenti che in futuro aiuteranno a capire come è stata vissuta l’emergenza Covid 19 … Un bacio scambiato attraverso un vetro, una tuta da ginnastica, un barattolo di marmellata e un paio di pantofole. In tutto il mondo, musei e istituzioni stanno raccogliendo testimonianze, fotografie, video e disegni per ampliare le proprie collezioni nel segno del coronavirus. Beatrice Behlen, conservatrice del Museum of London ha lanciato un appello rivolto a tutti i cittadini della Capitale britannica perché trasmettano i loro oggetti del Covid 19 … >>.
3 – SALUTISSIMI
Caro Tito, fin dalle scuole elementari mi sono sempre occupato (in continuo crescendo) di iniziative socio-culturali e ancora adesso cerco di dare (ovunque posso) il mio contributo di idee ma anche di fatica, poiché dietro alla Cultura si fatica anche fisicamente. E molto. Essendo assai motivato (e spesso persino lungimirante), mi rendo disponibile per realizzare qualcosa di memorabile, utile e significativo. Così mi sono reso disponibile pure con il Comune di Segrate, nel caso vogliano fate di questa Città un eccellente Polo culturale di caratura internazionale o persino globale, avendone ottimali caratteristiche logistiche, socio-territoriali e i mezzi per poterlo realizzare.
Nel darti appuntamento alla Lettera n. 307, molto cordialmente saluto te e i nostri lettori, augurando una nuova settimana di lavoro là dove si può lavorare e di pazienza attiva là dove, invece, (specialmente nelle zone rosse) per motivi di clausura da Covid, si è sacrificati ancora una volta, come nella scorsa primavera. Speriamo che tutto ciò possa terminare definitivamente, ridando a tutti noi quella serenità e quella vitalità che abbiamo perso ormai da tanti mesi. Allora, alla prossima!
Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)