Gli energy drink sono bevande generalmente analcoliche, energizzanti, contenenti principalmente caffeina, presente in quantità variabili tra gli 80 e i 200 mg, la quantità contenuta in una tazzina di caffè è equivalente a 80-85 mg. Altri ingredienti sono: taurina, guaranà, ginseng, erba mate, ginko biloba, creatina, carnitina, glucuronolactone, zuccheri, antiossidanti, vitamine. Vengono spesso proposte e commercializzate come miglioratori delle performances anche sportive, con aumento dell’energia fisica e come miglioratori delle performance cognitive. Tuttavia, si differenziano dai cosiddetti “sports drinks”, anch’esse bevande analcoliche addizionate con aromi, vitamine, sali minerali, ma prive di stimolanti2. Le bevande energizzanti vengono utilizzate anche per ridurre il peso corporeo: molte persone in sovrappeso, in modo particolare le donne, consumano in modo inappropriato grandi quantità di bevande energetiche, con lo scopo di ridurre o controllare il peso grazie al forte effetto termogenico di tali sostanze4. Ma ora secondo un articolo pubblicato mercoledì sulla rivista medica britannica British Medical Journal (BMJ) un paziente di 50 anni ha sviluppato l’epatite acuta “probabilmente a causa di un consumo eccessivo di bevande energetiche”. Questo è il secondo caso, segnalato dai medici americani, dopo un primo caso pubblicato nel 2011. L’uomo, operaio edile, ha cominciato a consumare questa bevanda, il cui marchio non è specificato, come “energetico” per il raggiungimento delle migliori prestazioni possibili sul lavoro. Per tre settimane, ha bevuto quattro o cinque lattine al giorno, ciascuna contenente, un doppio dosaggio di vitamina B3 (niacina) in rapporto a quella consigliata giornalmente, indicata nella etichetta. L’assunzione quotidiana di questa sostanza (160-200 mg) era tuttavia, per questo paziente, sotto la soglia di tossicità. Anche se non è stata stabilita la relazione causa-effetto, la “sua epatite è probabilmente conseguente ad eccessivo consumo di bevande energetiche e in particolare della vitamina B3 (niacina)”, spiegano i ricercatori del team dell’Università di Medicina della Florida autori dell’articolo. Quando il paziente si è presentato al pronto soccorso, era già da due settimane che avvertiva mal di testa, mal di stomaco e vomito. Inizialmente aveva attribuito il suo malessere ad una sindrome influenzale, e solo quando ha sviluppato l’ittero e le urine scure, solo allora si è preoccupato. Le analisi hanno evidenziato un’alta concentrazione di enzimi chiamati transaminasi, segno di danni al fegato. Quindi, una biopsia del fegato ha mostrato che ha sofferto di epatite acuta severa, con la diminuzione importante della secrezione biliare. Alla luce di questo nuovo studio, gli studiosi, osserva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che già da qualche tempo hanno messo sotto accusa negli Stati Uniti queste bevande energizzanti (energy drinks), per le conseguenze e i disturbi anche gravi che possono provocare se consumate in quantità eccessiva, anche in questo caso sono quindi giunti alla conclusione che l’abuso di questa bibita rappresenta la causa accertata oltre di malesseri anche di una forma acuta di epatite.