Con la partecipazione di Don Alessandro Carioti si è svolta sabato 29 febbraio presso l’Istituto Tecnologico G. Malafarina di Soverato, diretto dal prof. Domenico Agazio Servello, l’inaugurazione della “Mostra Internazionale sui Miracoli Eucaristici nel mondo”.
La mostra, che è già stata ospitata in tutti i cinque Continenti, solo negli Stati Uniti d’America in quasi 10.000 parrocchie e in 100 Università, e nei maggiori Santuari mariani nel mondo, è stata ideata e progettata da un ragazzino di nome Carlo Acutis, morto a soli 15 anni nel 2006 per una leucemia fulminante; Papa Francesco lo scorso 5 luglio, lo ha dichiarato venerabile, avviando la causa di beatificazione.
L’esposizione che, nella sua interezza, è composta da oltre 160 pannelli, viene in parte ospitata (circa 40 pannelli) nell’Istituto e si protrarrà fino a giorno 8 aprile 2020.
L’ampia rassegna fotografica è corredata da descrizioni storiche e comprende alcuni dei principali Miracoli Eucaristici verificatisi nel corso dei secoli in diversi Paesi del mondo e riconosciuti dalla Chiesa; attraverso i pannelli è possibile «visitare virtualmente» alcuni dei luoghi dove sono accaduti questi Miracoli.
Questa importante rassegna fotografica è stata l’occasione per far conoscere Carlo Acutis ai giovani; la sua testimonianza è fortissima e, dunque, oltre alla finalità divulgativa, la Mostra testimonia le azioni di un ragazzo che non si accontentava di un Cristianesimo per sentito dire. “Cercava le prove” della sua fede e voleva offrirle, prima di tutto, ai suoi coetanei per “rendere ragione” della fede che lo animava: “un ragazzo normale”- come dice la mamma- semplice, umile come tanti, che si innamora di Cristo e Lo fa diventare il centro della sua vita, della sua esistenza”.
Papa Francesco, nell’Esortazione Apostolica post-sinodale ai giovani ‘Christus Vivit’, ha indicato Carlo Acutis come modello per le nuove generazioni per il suo rapporto “sano” con le nuove tecnologie. “Lui – scrive Francesco – ha saputo usare le nuove tecniche di comunicazione per tramettere il Vangelo, per comunicare valori e bellezza”. Nell’Esortazione Apostolica post-sinodale è riportata una frase di Carlo: ‘tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopie’. Un vero e proprio motto basato sulla piena consapevolezza del ragazzo. “Proprio perché non voleva diventare schiavo di questi strumenti – spiega la mamma di Carlo – si era imposto anche dei tempi e delle regole per l’utilizzo”.
Carlo lancia un forte messaggio ai giovani: testimoniare nella quotidianità quello in cui si crede e ci rende giusti “agli occhi di Dio”, fare testimonianza della fede cioè “TESTIMONIARE CON LA PROPRIA VITA L’APPARTENENZA A CRISTO”, suscitando così curiosità in quanti ci circondano.