Testo inedito del poeta Fabio Strinati dedicato a Rocco Gatto, mugnaio ucciso dalla ‘Ndrangheta nel 1977
A ROCCO GATTO ( l’onesto mugnaio )
Onesto fino in fondo
come la primavera che arriva lesta
e nei campi pronti e dormono intorno,
ancora gli eleganti gigli
come grilli ai confini di una notte pesta
che arriva in fretta come serpenti
viscidi, nell’ombra del peggior inganno…,
come la morte maligna che lavora sempre,
senza riposo nemmeno quando il sole presta
quel suo raggio alla domenica in festa,
e le campane, che rintoccano il tuo nome buono
senza chiederti nemmeno
un soldo di mazzetta!
FABIO STRINATI
CHI ERA ROCCO GATTO
Uomo onesto e lavoratore iscritto al Partito Comunista Italiano, lavorava in un mulino a Gioiosa Ionica come garzone. Con il passare del tempo divenne il proprietario dell’attività (nel 1964) ma subito dopo giunse la ‘Ndrangheta (il clan degli Ursini) con le sue richieste estorsive. Egli resistette ma subì varie minacce, intimidazioni e furti fino all’incendio del mulino. Nonostante ciò Gatto non si piegò (veniva da una famiglia determinata, onesta, di alti principi) e continuò la sua battaglia contro l’arroganza mafiosa.
Il 6 novembre 1976 il capoclan Vincenzo Ursini rimane ucciso in un conflitto a fuoco con i carabinieri e la ‘ndrina pensa ad un’esecuzione quindi reagisce violentemente e impone il coprifuoco in tutto il paese in onore del boss defunto. Vennero rispediti a casa i commercianti ambulanti giunti fino a Gioiosa Ionica per il mercato e venne imposta la chiusura di tutti gli esercizi commerciali, ma Rocco Gatto non ci sta e si ribella nuovamente denunciando il tutto con nomi e cognomi ai carabinieri e alla magistratura. La ‘ndrangheta però non tollera il suo operato e il 12 marzo 1977 si muove violentemente. Rocco era alla guida del suo furgone di lavoro lungo la strada provinciale per Roccella Ionica; i killer lo attendono sotto un ponticello e al suo passaggio gli sparano tre colpi di lupara uccidendolo.