“L’art. 34 della costituzione recita che la scuola è un diritto di tutti. Ma, in Calabria questo diritto è sempre meno garantito agli alunni più fragili”.
E’ un commento molto diffuso ultimamente nelle scuole, dopo i recenti casi di inefficienza amministrativa a discapito degli alunni portatori di handicap. Ultima notizia, in ordine di tempo, riguarda il ventilato sciopero bianco degli psicologi incaricati di seguire nelle scuole gli alunni in condizioni di disagio. Stando a quanto si è appreso negli ambienti scolastici, gli psicologi dell’equipe socio-psico-pedagogica non si starebbero presentando alle riunioni del GLH, gruppo di lavoro che ha il compito di collaborare alle iniziative di integrazione scolastica previste dal piano educativo individualizzato dei singoli alunni, mediante interventi atti a prevenire il disadattamento e l’emarginazione. Oltre al dirigente scolastico, ai docenti della scuola, ai rappresentanti degli alunni e delle famiglie, ne fanno parte anche uno o più operatori sanitari e i rappresentanti dell’equipe socio-psico-pedagogica. Tuttavia, in alcune scuole di Lamezia gli psicologi starebbero puntualmente disertando le sedute del GLH d’istituto per portare avanti una propria rivendicazione professionale. Questa assenza reiterata sta suscitato non poco disappunto tra docenti e dirigenti scolastici.
Una docente di Lamezia conferma che nel suo istituto “da tempo si attende invano che l’Asl metta a disposizione un assistente sociale, nonostante i ripetuti solleciti del dirigente scolastico. Addirittura, quest’anno- aggiunge la professoressa – lo psicologo del GLH non si è mai presentato alle sedute programmate del GLH. Evidentemente- commenta la docente- le problematiche dei ragazzi più fragili non stanno davvero a cuore alle istituzioni per come previsto dalla legge”.
Il GLH è uno strumento fondamentale per l’attuazione del diritto allo studio di tutti gli alunni, come previsto dall’art. 15 comma 2 della legge 104/92, oltre che dal DPR 275/99. “Perciò – si chiede ancora A.S. – non so fino a che punto sia legittimo che questo organismo venga svuotato della presenza degli operatori sanitari”.
Intanto, prosegue la rivendicazione degli 80 psicologi trasferiti dalla regione alle aziende sanitarie provinciali, i quali chiedono una più equa retribuzione, a fronte dell’impegno profuso nei diversi servizi socio-sanitari della regione. La problematica è stata affrontata nel corso di un incontro al quale hanno preso parte una delegazione di psicologi, il commissario Massimo Scura e i sindacati. “Caso unico in Italia- si legge in una nota a firma degli psicologi- le ASP calabresi rinviano da vari anni la giusta retribuzione sul lavoro di psicologo realmente svolto, per come garantito dalla Costituzione, e la giusta applicazione del Contratto collettivo nazionale della sanità relativo al personale laureato non medico”.
Una questione annosa che, secondo i firmatari, “andrebbe affrontata seriamente senza creare altri contenziosi e danni ai lavoratori; e senza delegittimare ulteriormente– si legge- il rispettabile lavoro dei suddetti professionisti, quasi tutte donne con oltre 25 anni di attività di psicologo svolto ogni giorno con competenza specifica in importanti servizi socio-sanitari e clinici del SSR, neurologia neuropsichiatria infantile, medicina scolastica, alcologia, psichiatria, centro salute mentale, consultori familiari, riabilitazione”. Gli psicologi ex equipes socio-psico-pedagogica chiedono che le istituzioni risolvano questa situazione “al più presto e nel modo più giusto, applicando il Contratto della sanità, come avvenuto nelle altre regioni”.
Antonella Mongiardo