In occasione della celebrazione di Santa Caterina da Siena, Patrona del Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana, il Comando Militare Esercito “Calabria” ha ospitato un convegno culturale volto ad approfondire la vita della Santa, ma anche la storia del Dottor Ferdinando PALASCIANO e la missione delle Crocerossine.
L’evento organizzato dall’Associazione culturale Calabria in Armi, è stato accolto con generosa e impeccabile ospitalità dal personale della Caserma “Pepe-Bettoja”, primo fra tutti dal Comandante Colonnello Ugo Gaeta, che dopo aver rivolto un indirizzo di saluto agli ospiti, ai relatori ed al Presidente dell’Associazione “Calabria in Armi” – Gen. Div. della riserva Pasquale MARTINELLO, ha voluto sottolineare l’importanza dell’iniziativa che consente di arricchire il bagaglio culturale del personale militare e civile del Comando e, nel contempo, di “aprirsi” all’esterno, in perfetta aderenza alla missione dei comandi territoriali dell’Esercito.
Il convegno si è sviluppato con l’esposizione di tre relazioni: la prima, di Don Michele Fontana – Parroco di Gagliano (CZ), che ha approfondito la straordinaria vita di Santa Caterina da Siena. A seguire, il Dott. Giulio GRILLETTA, Socio di “Calabria in Armi” ha ricordato la storia del Dottor Ferdinando PALASCIANO che da giovane medico si adoperò per prestare cure mediche anche ai nemici rimasti feriti durante i combattimenti e sulla base di questa sua esperienza può essere considerato un precursore della convenzione di Ginevra del 1864 che dette vita alla Croce Rossa Italiana. Infine, l’Ispettrice Regionale del Corpo delle Infermiere Volontarie della CRI, Sorella Rosanna SICOLI ha illustrato la storia e la missione del Corpo delle Crocerossine sempre al fianco delle Forze Armare Italiane.
Fin da subito è emerso il filo conduttore del convegno che possiamo sintetizzare nell’invocazione alla pace. Non solo quella tra Nazioni o fazioni di una stessa Nazione, ma la pace che si costruisce ogni giorno anche nella nostra vita quotidiana. Essa deve concretizzarsi in uno stile di vita e non recepirla soltanto come un valore astratto.
Dice Don Michele che Santa Caterina, Regina della pace, già ai suoi tempi ammoniva che “Non possiamo rassegnarci alla logica della guerra, della violenza e della contrapposizione. Questo mai!”. La nostra Patrona rimproverava quanti, tacitando la propria coscienza, perseguivano fini personali, attuando comportamenti aggressivi e bellicosi. Santa Caterina aveva il dono delle lacrime che sgorgavano dalla compassione che Ella nutriva per le sofferenze dell’umanità. Era l’apostolo dei malati e una infaticabile messaggera di pace. Predicava pace e giustizia perché senza l’una non ci può essere l’altra.
Il Dottor Giulio Grilletta ha posto l’accento sul sentimento di umanità che deve essere tenuto sempre presente, anche in guerra. L’incalzare e lo sviluppo degli eventi bellici possono portare a combattere e sopraffare l’ostacolo che si frappone alla propria azione. Non deve mai venire meno, però, la benevola predisposizione d’animo, evitando di mortificare o brutalizzare l’essere umano e curando i feriti di tutte le parti in causa.
L’esempio che il Dottor Ferdinando Palasciano ci ha donato, con le sue azioni concrete anche a scapito della sua libertà, deve accompagnarci sempre, deve diventare la via maestra dove ritrovarsi con sentimenti di umanità e solidarietà. Interessante anche l’ultima osservazione del Dottor Grilletta che, introducendo un altro grande della medicina, ha constatato: ”A Palasciano, come riconosciuto in un articolo del «Journal de Genève», va sicuramente attribuito il primato di aver invocato fin dal 1861, se non prima, la neutralità dei feriti di guerra. A Dunant va invece attribuito il merito di essere stato il primo a parlare di associazionismo volontario e di universalismo degli interventi di soccorso”.
Infine l’Ispettrice regionale del Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana, ha esposto l’attività del sodalizio.
Ha ricordato che il Corpo, fin dalla costituzione, si adopera per lenire i disagi e le sofferenze, promuovere la dignità e curare le persone in situazione di vulnerabilità sia in tempo di pace che in quello di conflitto. Le sorelle, nel corso del tempo hanno costantemente prestato la loro opera con grande abnegazione, altissimo spirito di sacrificio e dedizione assoluta, anche a costo della loro vita. Particolarmente commovente è stato il momento in cui ha ricordato Sorella Maria Cristina Luinetti caduta in Somalia, nel contesto della missione internazionale UNOSOM, il 9 dicembre del 1993.
In sintesi, un convegno inneggiante alla pace, alla giustizia sociale ed alla solidarietà tra gli uomini, le nazioni e i popoli senza distinzione di razza, di lingua e di religione.