L’emigrazione di ieri ed oggi


(Gli emigranti di Filogaso)

L’emigrazione non è un fenomeno dei nostri tempi, ma risale a tempi remoti. La curiosità, il desiderio di conoscenza di altri luoghi e di nuovi mondi sono connaturati nell’uomo e lo inducono spesso a viaggiare,  a spostarsi in luoghi diversi affrontando pericoli e difficoltà inenarrabili, ma molto spesso sono il bisogno e la ricerca di migliori condizioni di vita che lo spingono ad emigrare. Le cronache quotidiane raccontano di emigranti (uomini, donne, bambini..) provenienti dall’Africa o da altri Continenti che abbandonano la propria terra per sfuggire dalle guerre, dalle carestie, dalle pestilenze, dalla fame,  e giungono, su imbarcazioni di fortuna, in Italia e soprattutto sulle coste calabresi in cerca di una nuova terra promessa.  Non tutti gli emigranti sono brave persone, alcuni sono senza scrupoli, avventurieri, avanzi di galera. Spesso le imbarcazioni, definite “carrette del mare”, affondano e migliaia di imbarcati annegano.  I viaggi   vengono gestiti da organizzazioni clandestine, i cosiddetti “ trafficanti    di essere umani”. Gli emigranti, tenuti sui luoghi d’imbarco   in schiavitù in centri di accoglienza privi dei servizi essenziali,  pagano a queste organizzazioni grandi somme di denaro frutto dei loro risparmi o della vendita di quelle poche cose di cui sono in possesso.  I superstiti che riescono a raggiungere l’ Italia e le coste calabresi si ritengono fortunati e sperano in una vita migliore non immaginando che spesso saranno costretti alla fame esattamente come lo erano nei paesi di provenienza.

Non trovano l’eden sperato ma baraccopoli, lavoro nero sottopagato, sfruttamento. E’ lecito chiedersi di fronte ad un fenomeno epocale che interessa ed interesserà tutto il Mondo se sia giusto accogliere gli emigranti, dare loro l’assistenza necessaria, inserirli nel nuovo contesto sociale, molto diverso da quella di provenienza,   se debba prevalere l’umana pietà o l’egoismo esasperato di chi, opponendosi a questo fenomeno,  antepone ai privilegi di pochi i bisogni di molti. Su questi temi ci sono opinioni diverse e contrastanti. Alcuni, i cosiddetti sovranisti e nazionalisti, sono nettamente contrari,  anche se con motivazioni diverse,  all’accoglienza e ritengono che dietro l’emigrazione si nascondano grandi interessi economici dei trafficanti, dei centri di accoglienza sparsi in tutta Italia e persino delle ONG. 

Evidenziano, inoltre, che la mancanza di posti di lavoro non consente di accogliere tante persone che alla fine per vivere saranno costretti o a chiedere l’elemosina o a delinquere, minando la sicurezza dei cittadini. Questi detrattori della emigrazione fanno leva sulla paura dei cittadini che genera sentimenti di ostilità diffusi. Altri ritengono che l’emigrazione sia un fenomeno irreversibile del nostro secolo e delle future generazioni e che va regolamentato e gestito nel bene di tutti e fanno appello alla solidarietà ed alla pietas umana.

Come sempre accade, vale il detto latino: in medio stat virtus.

L’odierna emigrazione, a ben riflettere,  non è dissimile da quella degli italiani che alla fine dell’Ottocento e per tutto il Novecento   hanno lasciato l’Italia in cerca di fortuna all’estero. Anche loro erano costretti ad emigrare alla ricerca di una vita migliore per se stessi ed i loro figli.

Lo scrittore Foca Accetta in una relazione tenuta in occasione di un convegno in ricordo del poeta e scrittore Pasquale Enrico Murmura riporta stralci di una relazione tenuta il 7 Gennaio del 1910 dal procuratore della Corte d’Appello Di Catanzaro, Giuseppe Sofia,     nella quale alla domanda del perché i contadini calabresi emigrano così scrive: “  Sono attratti dal miraggio dell’oro americano, dal lusso delle città, dalle promesse di facili guadagni; sono allettati dalle industrie, sedotti dal commercio, spinti dal desiderio di soddisfare nuovi bisogni, spesso fittizi, incoraggiati dalla speranza di arricchire…. L’America Affascina”.

Naturalmente non è proprio così almeno per alcuni il cui unico desiderio era vivere dignitosamente. Anche allora esisteva un’organizzazione, sempre secondo Accetta, con sede a Vallelonga, che con una rete capillare diffusa in quasi tutti i paesi del circondario organizzava l’emigrazione e garantiva a parole una discreta sistemazione oltreoceano. Ogni viaggio costava fino a 5000 mila lire che i malcapitati dovevano versare parte alla partenza e parte una volta giunti a destinazione. Il contratto stipulato su carta semplice, il più delle volte disatteso,  prevedeva la sistemazione in un alloggio   ed un posto di lavoro sicuro. Oltre a queste organizzazioni, l’emigrazione avveniva attraverso i cosiddetti “ atti di richiamo”  che erano degli atti stipulati da un notaio con il quale un emigrato chiamava presso di sé i suoi parenti prossimi o qualche amico   garantendo alloggio e lavoro o comunque assistenza fino alla sistemazione definitiva del nuovo arrivato.

 I primi ad emigrare sono stati gli abitanti delle regioni del nord, oggi molto sviluppate,: piemontesi, lombardi e veneti. Nei primi del novecento fino ai giorni nostri ad emigrare sono stati quelli del sud: siciliani, calabresi, lucani.

I flussi migratori seguivano rotte diverse: alcuni emigranti erano diretti in Argentina, altri   in Canada, altri ancora in America ed in Brasile.  Le ragioni della scelta verso Nazioni diverse non erano casuali ma dipendevano da quanto fosse facile recarsi in una nazione piuttosto che in un’altra e da quanto fosse semplice   trovare lavoro. In quel periodo,  gli stati dell’America Del Sud, del Brasile e dell’America Del Nord avevano bisogno di manodopera e offrivano condizioni vantaggiose agli emigranti. L’Argentina, ad esempio, favoriva l’emigrazione garantendo agli emigrati lotti di terreno demaniale da coltivare per incentivare l’agricoltura.

La maggior parte degli emigranti “filogasesi” o “filogasoti”,  da quanto è stato possibile verificare, (i dati sono sicuramente imparziali ed incompleti),   scelse l’Argentina, solo un nucleo familiare,   Gallippi, scelse il Brasile e qualcuno New York . Immagino quanta sofferenza e tristezza nel lasciare la loro terra e tutte le difficoltà incontrate nel recarsi in terre sconosciute. Erano analfabeti o quasi, non avevano mai affrontato un viaggio così lungo e non conoscevano la lingua. Le comunità dei “filogasesi” all’Estero sono ormai tante e numerose. Quella Argentina conta tra emigrati di prima e successive generazioni circa due o tremila persone, quella canadese altrettanto. Meno numerose anzi quasi sparute sono le comunità degli Stati Uniti e del Brasile.

 Alcuni emigranti sono riusciti ad ambientarsi ed affermarsi, altri, delusi, hanno fatto ritorno a casa, altri ancora hanno fatto perdere le loro tracce. Tutti hanno mantenuto vivi gli usi ed i costumi delle loro origini e ritornano quando possono nella terra natia.

Di seguito è riportato l’elenco incompleto dei primi emigranti.

Il primo ad emigrare , il pioniere,  nei primi del novecento fu Gallippi Giuseppe. Che emigrò a New York .

Di seguito è riportato la sua scheda:

Cognome: GALLIPPI
Nome: GIUSEPPE
Sesso: MASCHILE
Età: 29
Data del viaggio (Arrivo a New York): 31/03/1905
Nome nave: WEIMAR
Città di provenienza: FILOGASO
EMIGRATI IN ARGENTINA:

1)
Cognome: SERGI
Nome: ANTONIO
Sesso: MASCHILE
Età: 38
Data del viaggio (Sbarco a Buenos Aires): 11/07/1928
Luogo di nascita: FILOGASSO
Nome nave: BELVEDE

2)
Cognome: BORAGINA

Nome: CARMELO
Sesso: MASCHILE
Età: 30
Data del viaggio (Sbarco a Buenos Aires): 28/11/1930
Luogo di nascita: FILOGASO
Nome nave: DUILIO

EMIGRATI IN BRASILE:

1)
Cognome:   GALLIPPI
Nome:   FRANCESCO
Sesso:   M
Età:   50
Data del viaggio (Sbarco a San Paolo):   08/06/1954
Luogo di nascita:   FILOGASO
Destinazione:  
Nave:   PROVENCE

2)
Cognome:   GALLIPPI
Nome:   ANTONIO
Sesso:   M
Età:   21
Data del viaggio (Sbarco a San Paolo):   30/08/1954
Luogo di nascita:   FILOGASO
Destinazione:  
Nave:   CONTE GRANDE

3)
Cognome:   GALLIPPI
Nome:   ANTONIO
Sesso:   M
       Età:   27
 Data del viaggio (Sbarco a San Paolo):   25/04/1955
Luogo di nascita:   FILOGASO
Destinazione:  
Nave:   PROVENCE

4)
Cognome:   GALLIPPI
Nome:   MARIA ANGELA GALLIPPI
Sesso:   F
Età:   25
Data del viaggio (Sbarco a San Paolo):   25/04/1955
Luogo di nascita:   FILOGASO
Destinazione:  
Nave:   PROVENCE

5)             Cognome:   GALLIPPI
Nome:   GIUSEPPE
Sesso:   M
Età:   23
Data del viaggio (Sbarco a San Paolo):   05/10/1954
Luogo di nascita:   FELOGASO
Destinazione:  
Nave:   P. TOSCANELLI

6)             Cognome:   GALLIPPI
Nome:   STEFANO
Sesso:   M
Età:   24
Data del viaggio (Sbarco a San Paolo):   08/06/1954
Luogo di nascita:  
Destinazione:  
Nave:   PROVENC

 Ing. Nicola Iozzo