Muore a 32 anni per la rottura di un’arteria non diagnosticata, due medici condannati


Due medici dell’ospedale di Crotone, Rolando Borelli e Luigi Opipari, sono stati condannati ad un anno e 4 mesi di reclusione, con pena sospesa, per l’accusa di omicidio colposo in relazione alla morte di Marco Muscarà, avvenuta a marzo del 2015.

Muscarà è deceduto – secondo l’accusa – a causa dei ritardi dei medici nel diagnosticare la rottura di una arteria che aveva causato una emorragia interna. Nel pomeriggio del primo marzo 2015 il giovane, crotonese di 32 anni, era stato portato al pronto soccorso dell’ospedale a seguito di un incidente su un quad. Le sue condizioni erano gravi e, secondo l’accusa, all’arrivo non venne eseguito l’esame dell’ecodoppler che avrebbe potuto salvare la vita del giovane diagnosticando per tempo l’emorragia.

I medici in servizio nell’ospedale San Giovanni di Dio se ne accorsero solo in tarda serata quando l’uomo, dopo l’ecodopppler venne trasportato d’urgenza nell’ospedale di Catanzaro dove subì anche l’amputazione della gamba che comunque non bastò a salvargli la vita. Marco Muscarà morì il 30 marzo 2015.

Il giudice del Tribunale di Crotone, Romina Rizzo, ha accolto le richieste di condanna avanzate dal pm, mentre ne ha assolto un terzo, Rosario Ceraudo, per non aver commesso il fatto. Il giudice ha anche disposto il risarcimento per i familiari della vittima, da quantificare in sede civile, con una provvisionale di 30 mila euro a favore del figlio.