Cos’è questa qualità della vita?


Qualità-vita Sono state tentate obiezioni alla collocazione di Vibo e Reggio negli abissi di penultimo e ultimo posto per qualità della vita. Il sindaco di Reggio, dopo il classico pigliarsela con i suoi predecessori (padre incluso? Eh, il degrado è un percoso lungo, lungo… ), annunzia che le cose stanno migliorando; lo scrittore antimafia tira fuori la patetica storiella da cartolina di una presunta migliore umanità di sentimenti… insomma, ci si arrampica sugli specchi per negare l’evidenza. Il Sole 24 ore non fa volantini di propaganda, elabora dati.

 Cerchiamo noi di capire cos’è questa qualità della vita. Una vita umana ha, per dir cosa importante, una durata; e tutti sanno che Calabria, Basilicata e Sardegna vantano, non nei tempi moderni ma nei secoli, sorprendente longevità, soprattutto le donne. Alleluia. Ma cent’anni sono di per sé qualità? No, e bisogna vedere cosa fece la persona, in questo lungo secolo, se, generalmente, fu vita o fu noia.

 Altrettanto noto che nel Meridione, per millenni, si mangiò meglio e più abbondantemente che in quasi tutto il resto d’Europa; ma siccome era merito della natura e non dell’economia e tanto meno del lavoro, un’analisi fredda si chiede se la persona di cent’anni ben nutrita avesse mai goduto di beni culturali, di provocazioni concettuali, di creatività, di emozioni, di arte, di poesia, di tragedia, di amori: e la risposta è palesemente no.

 Diciamo dunque che il criterio è la differenza tra vivere e campare. Se il criterio è campare, il Meridione d’Italia può vantare ineguagliabili primati; se è vivere con tutti i contorni di politica amore avventura pensiero conflitto dubbi creatività, allora è ultimissimo.

 Se in una città difettano strutture sociali, associazioni, teatri, cinema, stadi eccetera, però la gente non muore giovane e nemmeno s’ammazza di fatica… beh, secondo me tutto è tranne che qualità della vita; è roba da isole della Polinesia tipo Bounty.

 Aggiungiamo la carenza o arretratezza delle elementari strutture: strade, aerei, treni, ospedali… Se per andare da Soverato a Serra percorro la stessa strada dei Borbone, alla faccia della qualità della vita!

 Abbiamo un mare di scuole e quattro università, vero, in Calabria: ma servono a far emigrare i giovani. A proposito, il Meridione annovera, secondo statistiche, più morti che nati; e ciò non perché si muoia ma perché non si nasce. Qualità del decesso?

 Volete invece un primato positivo genuino? Ci resta solo l’ordine pubblico: è molto più sicuro passeggiare da soli di notte sull’Aspromonte che in gruppo di giorno in periferia di Roma o Torino; o dormire in una lussuosissima villa veneta. C’è della criminalità, ma è del tutto assente la rozza violenza delle periferie degradate.

 Peccato che ci siano troppi antimafia in cerca di contributi, carriera, notorietà, retribuzioni e film; ma speriamo sia una specie in estinzione: vedi sopra, statistiche sui morti e non nati.

Ulderico Nisticò


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