Aspettando la fine dell’isolamento


Ciò che state per leggere è una serie di pensieri trasformati in un tema che sto scrivendo durante questa quarantena. Ho iniziato a “collezionarli” dal 10 Marzo, giorno del mio compleanno e anche dell’entrata in vigore delle strettissime misure di contenimento necessarie per il evitare il diffondersi di un mostro che stava iniziando ad invadere l’Italia: il Covid19. È un mostro piccino, invisibile, che sta mettendo in ginocchio il mondo intero. Partito dalla Cina si è poi spostato in Italia distruggendo sempre più vite, conquistando pian piano l’intero globo.

Inizialmente, devo essere sincera, non l’ho visto come una minaccia così pericolosa, ma con il passare del tempo mi sono dovuta ricredere. Il 5 Marzo, oltre ad essere la data di chiusura delle scuole di tutta la nazione, segna anche l’inizio della mia quarantena. Vivendo con mia nonna, ho preferito evitare di uscire per salvaguardarla in quanto si pensava che gli anziani fossero quelli più soggetti, se non gli unici, a decedere se lo avessero contratto.
Dal 10 marzo ho iniziato a sentire il bisogno di sfogarmi, decidendo così di scrivere dei pensieri sulle note del telefono. È stata una giornata molto dura per me in quanto non ho potuto festeggiare il mio diciassettesimo compleanno con le persone che amo e che iniziavano a mancarmi. Il loro affetto è stato però, così forte, da farmi commuovere.

Questo maledetto virus è riuscito a spezzare improvvisamente la nostra routine, le nostre abitudini, il nostro modo di interagire con gli altri, ma soprattutto il modo di vivere con noi stessi. Ora abbiamo a disposizione quel tempo a cui non davamo mai valore perché non sapevamo cosa farcene. Restare chiusi in casa e non poter uscire, se non per cose strettamente necessarie, ti lascia molto tempo per pensare e non sempre è positivo, in particolar modo per me che sono una ragazza ansiosa e con pochissima autostima. Nel tentativo di non essere quindi, circondata dai brutti pensieri, ho deciso di scrivere una lista delle cose da poter fare durante queste giornate che altrimenti sarebbero sembrate interminabili.

Non ho mai amato il mio corpo e ho deciso quindi di iniziare a trasformarlo, allenandomi giornalmente in casa, sperando di riuscire a cambiare idea su me stessa e ad amarmi di più.
Mi sono cimentata nella preparazione di una nuova ricetta, i cornetti, che non avevo mai fatto prima a causa della loro preparazione che richiede ben due giorni di lavoro, ma che mi hanno ripagata dell’attenzione e della cura che ho messo nel farli, grazie alla loro bontà che ha regalato un momento di gioia a tutta la famiglia.
Ho finalmente finito di leggere un libro che per pigrizia avevo abbandonato nonostante la trama intrigante.

Sto trascorrendo del tempo di qualità con i miei fratelli, cosa che, a causa della frenesia della vecchia routine, non accadeva spesso e ho finalmente trovato il tempo per studiare e migliorare ancora di più la conoscenza delle lingue che io reputo essenziale.
Oltre a dedicarmi a me stessa, mi sono dedicata a chi, nel tentativo di salvare altre vite, sta mettendo in pericolo la propria. Sto parlando dei nostri eroi, i medici, tutti gli operatori sanitari che ora più che mai hanno bisogno di mascherine, fondamentali per non contagiarsi. Insieme a mia mamma, su richiesta urgente da parte degli ospedali, abbiamo cucito e inviato tramite infermieri del mio paese, le mascherine da noi prodotte, molto apprezzate.

Se dovessi cercare il lato positivo di questa situazione direi che sono i momenti che ho dedicato per gli altri ma anche per me stessa nel tentativo di migliorarmi e distrarmi, i quali però non stanno riuscendo a sovrastare quelli ricchi di angoscia e ansia che non mi fanno godere al meglio la giornata e soffrire d’insonnia.
Al contrario di come è giusto fare, sto evitando di seguire troppo il telegiornale perché l’ascolto delle terribili notizie e dei numeri giornalieri dei deceduti mi distrugge ulteriormente.

In particolare, sto sentendo sempre di più la mancanza della scuola, il dialogo diretto con i professori e non tramite schermo, ma, soprattutto, con i miei amici che fortunatamente, però, chiamo spesso.
Mi manca il contatto umano, mi mancano quegli abbracci e quei baci che prima davo per scontati. È proprio questo il periodo in cui mi sto rendendo conto di quanto non sia scontato essere in salute e circondati dalla propria famiglia. Bisogna essere forti e pensare alla gioia che proveremo quando sarà tutto finito e potremo riabbracciarci più forte che mai. Mi auguro che tutto questo finisca presto e che non abbia un impatto disastroso sulla nostra vita futura e sull’economia.
Sarà molto difficile rialzarsi ma ce la faremo.

Andrà tutto bene.
Silvia Loprete
Classe III D IPSSEOA SOVERATO