Cinema e scuola


Sortie_des_usines_LumiereE’ passato un bel po’ di tempo dalla prima spettacolare e sorprendente proiezione del filmato, La sortie de L’Usine à Lyon dei fratelli Auguste e Louis Lumière. Era il 1895 e a Lione un pubblico incantato da un evento che evocava la magia più che l’opera umana, di sicuro non credeva ai propri occhi e non sapeva che si apriva così l’era del video, del movimento impresso su nastri e proiettato su grandi pareti. Persone, cose, animali, cieli e nuvole, la vita, si muovevano su una parete, fotografie si animavano trasparenti su un muro, mostrando azioni già passate e semplicemente impresse in una memoria che non era il cervello umano e il bagaglio dei suoi ricordi, ma una pellicola.

In questo film “primitivo” operai, per la maggior parte donne, nei loro abiti di fine Ottocento e nell’apparente spontaneità che li rendeva tutti diretti verso la propria individuale giornata, altro non erano che componenti di un set. Studiato nei minimi particolari, là dove anche la presenza di un ciclista e di un cagnolino o della ragazza che va di fretta e corre, contribuivano a creare una scenografia che insieme alle porte della fabbrica, si muoveva tutta in un piano davanti alla telecamera fissa.

Il cinema nasce così, dall’ingegno e creatività umana, da studi e invenzioni, dal desiderio di raccontare cose inventate e anche vere per farle vedere a tutti.

630x381xvoyage-sur-la-lune-melies.jpg.pagespeed.ic_.5StPfGC-DPNon ha mai smesso di affascinare e appassionare l’uomo che in un secolo e poco più è riuscito a fare di quest’arte un assoluto privilegio per chi può farne parte, sotto le più svariate mansioni ma anche da semplice  appassionato amatore.

Al cinema si vivono storie come se fossero proprie, si piange davvero, si ride altrettanto, vivendo i sentimenti più intensi e contrastanti. Tutto ciò è il prodotto finale di un lavoro indirizzato a scavare e smuovere nell’animo del pubblico ma prima ancora dei protagonisti stessi, i sentimenti più spontanei e sinceri: le emozioni.

Un ragazzo calabrese che da San Vito sullo Jonio ha sognato tutto questo e lo ha realizzato è Claudio Cosentino. Animato dal desiderio di inventare mondi e luoghi inesistenti che diventano reali, è partito, dopo gli studi, per raggiungere le “fabbriche del cinema” dove si costruiscono paesi, deserti, foreste, castelli e sfondi che ricordano ciò che ci circonda ma reinventati, come spesso le storie che vengono narrate. Create dalla penna di fantasiosi e abili sceneggiatori, dipingono quadri narrativi nei quali lo scenografo incastona e ambienta il racconto, per dare vita ad un mondo parallelo quasi identico alla verità e per questo, forse, ancora più bello. In tale contesto Cosentino diventato grande, e grande scenografo, oggi contribuisce con il suo cinema, a far sognare anche gli altri.

Claudio Cosentino

Claudio Cosentino

Docente all’Accademia di Belle Arti a Catanzaro, infatti, porta la sua esperienza di scenografo del mondo cinematografico che conta, tra i suoi studenti che in questa scuola vivono l’arte come principio di vita, trasformando la loro fantasia in opere, frutto delle competenze tecniche acquisite in anni di ricerca e studio. La scenografia è un’affascinante materia e forse l’unica a inglobare più tecniche artistiche: dalla pittura di uno sfondo alla scultura, all’arte del mosaico, dei costumi, dell’architettura.

Cosentino nella sua scuola ha voluto fare di più e da oggi e per tutta la giornata di domani, parte un workshop/seminario che vede la presenza di un grande del settore, Marco Trentini, lo scenografo di fama internazionale che ha lavorato nelle case di produzione più importanti, 20TH Century Fox; Universal Pictures, Paramount Pictures; Warner Bros, Filmauro Production) e per registi altrettanto illustri come Ridley Scot. Trentini è stato anche il supervising art director art designer degli spots più famosi come quello della Coca Cola, Tim, Ferrarelle, Sex & the City 2, films come Ben Hur del 2009, Black Hawk Down, per citarne solo alcuni del lunghissimo elenco.

Oggi e domani, Trentini porterà la sua esperienza a Catanzaro tra i cui allievi si nasconde sicuramente qualche talento speciale che nel tempo seguirà le sue orme e quelle di Claudio Cosentino, scenografi e set designer che girano il mondo.

E il mondo ormai divenuto anche virtuale, si racconta attraverso scenografie che in questi due giorni di intenso lavoro all’Accademia di Belle Arti, verranno svelate nelle tecniche digitali più sofisticate e d’avanguardia come il 3D.

“Si tratta di un progetto importante che chiama in causa e coinvolge direttamente un grande professionista del cinema – ha affermato Claudio Cosentino, docente della Scuola di Scenografia – Trentini con la sua grande esperienza saprà dare certamente una iniezione di entusiasmo e professionalità ai nostri allievi. Questo workshop/seminario ci auguriamo possa in qualche modo gettare le basi per future collaborazioni tra la nostra istituzione e il cinema internazionale”. Grande sostenitrice del progetto, il Direttore dell’Accademia di Catanzaro, Anna Russo ha ribadito l’importanza di queste iniziative: “I nostri docenti sono innanzi tutto dei professionisti prestati alla didattica. Accade spesso che i professori della nostra accademia coinvolgano e invitino altri professionisti molto noti per integrare la nostra offerta formativa con preziosi momenti di confronto utili alla crescita dei nostri allievi” .

intervista-con-claudio-cosentino-scenografo-d-T-x3KbQULa passione per l’arte, compresa quella cinematografica un tempo cosa per pochi, oggi appassiona sempre più e rappresenta in modo crescente opportunità di lavoro in una società sempre più creativa e globalizzata, ormai raggiungibile ovunque, non solo con la fantasia.

!A trip to the Moon” di George Méliés del 1902, altro film simbolo di una creatività intelligente e primigenia che ha dato un volto animato e umanizzato alla luna, ci convince sempre più che ogni invenzione della nostra illimitata immaginazione, può trasformarsi in idee e racconti da vedere e sentire. I sogni in realtà. La fantascienza in scienza.

E Le scuole d’arte devono esistere anche per questo.

Vittoria Camobreco


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