A. Guarasci, A. Ferrara, P. Perugini, A. Ferrara di nuovo, B. Dominijanni, F. Principe, R. Olivo, G., Rhodio, D. Veraldi, L. Meduri, A. Loiero, M. Oliverio di centrosinistra, e G. Nisticò, B. Caligiuri, G. Chiaravalloti, G. Scopelliti e Stasi di centro(destra): con questi illustri signori, la Calabria è la terzultima fra 360 regioni d’Europa. Oggi aggiungiamo Jole Santelli: e dobbiamo vedere.
Affluenza bassa, in Calabria? La prima causa, che tantissimi stanno lontano, emigrati di fatto, e non tornano: segno di scarsissimo entusiasmo; e, più in generale, che queste elezioni non hanno commosso nessuno, manco i domiciliati.
Non vi rivelerò mai per chi ho votato: così nessuno può dire che sono salito sul carro del vincitore oggi -trice, e nemmeno che sto sui carretti degli sconfitti.
Ha vinto la Santellli; e io farò l’opposizione a tutto ciò che sarà sbagliato; se avesse vinto Callipo, avrei fatto l’opposizione a tutto ciò che sarebbe stato sbagliato. L’opposizione è una cosa che in Calabria manca, con qualche rara eccezione, da quando il re Italo imbandiva sissizi a soppressate, guanciale, formaggi e vino; e iniziò il mangia mangia.
Ogni tanto, in Calabria, se c’è, è un’opposizione nascosta, oscura, congiurata, da logge e peggio; la mia sarà, come sempre, con nome e cognome e faccia. Tutti diranno che ho ragione (lo diranno anche quelli che critico, anzi i primi; e non mi minaccerà nessuno!!!) e poi se ne fregheranno rotondissimamente. Pazienza.
Riassunto. Si voleva ricandidare Oliverio, ma gli ha detto di no… i fascisti, pensate voi: ma no, il PD, cioè il partito di Oliverio. Sono curioso di sapere per chi ha votato Oliverio, per chi i suoi amici, per chi il suo poeta: ma il voto è personale, libero e segreto! Peccato.
Si voleva candidare Mario Occhiuto (in alternativa, pure Roberto) ma gli ha detto di no… i comunisti, pensate voi: ma no, la Lega, e di conseguenza FI, cioè il partito di Mario Occhiuto. Sono curioso di sapere per chi ha votato Occhiuto, per chi i suoi amici, per chi la buonanima del suo re Alarico: ma il voto è personale, libero e segreto! Peccato.
A sinistra, spuntò Callipo che prima era di destra. In compenso, arrivò al suo sostegno Pino Nisticò, anche lui di destra poi sinistra. Arrivò il PD, e fece perdere a Callipo un fracco di voti. Arrivarono le sardine, e fu il colpo di grazia. Alla fine, se il PD si teneva Oliverio, perdeva lo stesso ma di meno!
Tansi, tutto sommato, è andato benino; Aiello, illustrissimo sconosciuto fino a 40 giorni fa, è scomparso; e con lui i 5 stelle, che furono già al 40%. Del resto, Morra e altri remavano contro, e nemmeno di nascosto.
La Lega non è andata bene: del resto, la sua azione politica in Calabria è stata modestissima, e con gli indigeni e con il bergamasco.
E ora? I quattro candidati a presidente non hanno espresso alcun programma credibile, ma o aria fritta o consolanti utopie. Alla Calabria, invce, non servono sogni (di quelli, ne abbiamo da millenni), urgono interventi immediati e concreti. Quello che non è stato fatto finora, va fatto ora: studiare seriamente gli innumerevoli e gravissimi problemi della Calabria, e soluzioni realistiche.
Mentre tutti erano occupati a pensare ai presidenti, nessuno si accorse che si votava per il Consiglio; e che 22 su 30 si erano ricandidati, 5 saltellando da sx a dx o viceversa; e molte candidature sono sicuramente spuntate nella notte tra il 27 e il 28 dicembre. E nessuno ci riflette: se anche venisse eletto capogiunta il granconte Ruggero I, dovrebbe sempre fare i conti con i 30 del Consiglio. Per esempio, Oliverio aveva guai con i consiglieri del PD, e trovava sostegno in quelli di Forza Italia. Ecco, con un Consiglio del genere, non potrebbero governare manco Anassila, Simmaco, Cassiodoro…
E finiamola con l’americanata di chiamare “governatore”, “-trice” chi è solo presidente di Giunta; i governatori, negli USA, sono governatori davvero, e con ampi poteri effettivi; e gli “States” sono Stati federati, e non circoscrizioni amministrative periferiche.
Intanto, alla vincitrice del 2020 dobbiamo concedere i cento giorni canonici, tre mesi. In tre mesi, vediamo:
– i nomi e le virtù e vizi degli assessori che nominerà;
– gli equilibri in Consiglio: quelli palesi e quelli importanti, cioè eventuali occulti;
– i primissimi provvedimenti;
– l’eventuale cambio di stile da quello mielato e buonista e bonaccione cui dal 1970 siamo abituati;
– la capacità di imporsi ai passacarte di Germaneto;
– e, per quanto mi riguarda da vicino, cosa sarà fatto per la cultura: quella vera, non piagnistei o prodotti tipici di Africo, o antimafia segue cena, o sbarchi di Ulisse e altre favole…
Aspettate con fede le prossime comunicazioni.
Ulderico Nisticò