Se non fosse una storia vera, sarebbe divertente come i cartoni animati di Gatto Silvestro; e invece è fino all’ultima sillaba una storia vera.
La Sila è tutta bianca di neve. Lorica è una stazione sciistica. Arrivano i turisti sciatori che hanno pagato un botto di soldi di areo e sono arrivati a Lorica come non so, si sistemano in albergo, vorrebbero sciare, gli illusi! E invece ai turisti sciatori dicono di non sciare, perché la strada per arrivare a sciare è chiusa… per neve. Giuro, per neve! Come dire che ad agosto il mare è umido.
Spiegazione: la strada di Carlo Magno è ostruita dalla neve, e nessuno, né un uomo a due gambe né un cane a quattro, né un operaio spalatore, né un mezzo meccanico, niente di niente mette mano a pulire. Gli sciatori trascorrono un’emozionante giornata in albergo a vedere la tv. Carlo Magno, quello autentico, dall’Aldilà dove sta dall’814, ride tra le lacrime: magari s’indignasse come fece contro i Sassoni e gli Avari.
Pensate ai suddetti turisti quanto torneranno a Milano, a Torino, a Roma, che cosa racconteranno della Calabria; quante barzellette; quanto giustificatissimo disprezzo. Spero chiedano risarcimenti in denaro.
Domanda tipicamente calabrese: di chi è la colpa? Risposta altrettanto genuinamente calabrese: di qualcun altro. Pino Aprile dirà che è di Garibaldi; l’Università di Cosenza, che è dei Borbone… Io dico che è dell’assessore regionale al turismo, tale Oliverio: proprio lui, Mario; e del presidente della provincia di Cosenza, tale Mario Occhiuto; e dell’a me ignoto sindaco; eccetera. Li posso nominare senza scrupolo di par condicio, perché non sono candidati: più esattamente, i due Mario si volevano candidare ma li hanno cacciati i loro stessi rispettivi amiconi.
E sapete cosa mi fa ridere? Che se si tenesse un processo, la lista (in politichese calabro, “la filiera”) dei colpevoli sarebbe lunghissima e contraddittoria, ovvero scaricabarile; e alla fine sarebbero tutti assolti per stanchezza degli inquirenti. Oppure sono tutti innocenti davvero, e la causa è qualche legalissimo intoppo burocratico: il che mi fa arrabbiare ancora di più.
Ora ditemi voi se con questi signori, e quelli che per la par condicio non nomino, la Calabria può andare avanti. E può fare del turismo. O può fare qualsiasi altra cosa: per esempio, cultura. Infatti la Calabria chiuse con effetto zerissimo l’anno della confinante Matera: ed è solo un esempio.
Ora sono curioso di sapere se i quattro candidati alla presidenza, e trecento a consigliere, e le sardine, e i marciatori antimafia di mestiere, eccetera, prenderanno posizione, chiedendo dimissioni e licenziamenti, e intervento dei giudici. Secondo me, sorvoleranno elegantemente come al solito. Fino a stamani 3, sui giornali e tv non compare una nota di nessuno di quei signori.
A riprova, se ce ne fosse bisogno, che in Calabria non ci sono né maggioranze né opposizioni, ma tutti amici. Antico detto calabrese, e mi scuso per la parolaccia, “I mulinari s’imbriganu, e si futtanu a farina”; più manzonianamente, “i ladri di Pisa”. Ladri di Pisa, ho detto, mica ladri di Calabria. Ci vediamo il 27.
Chiudo con un pensierino per Paola Galeone, già prefetto, e che era famosa per le sue manifestazioni e lezioni a scuola per la legalità. Degli altri! Siccome le hanno permesso di farsi arrestare a Taranto, se no i domiciliari li passava in Prefettura ed era il massimo delle comiche, buon appetito a cozze vongole: ma solo se gliele portano a casa, che lei al mercato di persona non ci può andare, o in gattabuia ci finisce effettivamente. Tutto presunto, ovvio; ed è innocente fino a sentenza definitiva, esattamente come quelli che non hanno pulito le piste di Lorica. Esattamente!
Ulderico Nisticò