Parturiunt montes…


nascetur ridiculus mus. È latinello, può capirlo anche la signora ministro dell’Istruzione, che è stata bocciata in inglese e informatica, mica in latino.
La montagna partorisce il topo.
In zona Cesarini, “a la sculatina e l’utri”, a due ore dal termine, la Calabria ha i candidati e le liste. E io ne parlerò rispettando la par condicio, cioè non farò nomi, anche, soprattutto per non fare pubblicità a chi palesemente non se lo merita. Facciano tutti quello che vogliono e come possono, ma non con il mio soccorso.

Dopo settimane di liti, sono venuti fuori due schieramenti probabili vincenti, il centrosinistra e il centro(destra); e due in aggiunta.

Tutti e quattro si sono preoccupati del nome del candidato a presidente; nessuno di avere e manifestare delle idee credibili per venire incontro ai bisogni di una Calabria che è la terzultima in mezzo a 360 regioni d’Europa. A proposito, è terzultima perché si contano per regioni Melilla e un buco dei Balcani greci, o sarebbe saldamente al posto 360mo. Ringraziamo A. Guarasci, A. Ferrara, P. Perugini, A. Ferrara di nuovo, B. Dominijanni, F. Principe, R. Olivo, G., Rhodio, D. Veraldi, L. Meduri, A. Loiero, M. Oliverio di centrosinistra, e G. Nisticò, B. Caligiuri, G. Chiaravalloti, G. Scopelliti e Stasi di centro(destra). Nota: nessuno è candidato, quindi li posso nominare.

Parlo di idee, non di “programmi”. Programmi da manifesto, se volete, ve ne scrivo una decina entro l’ora di pranzo. Dico idee vere, serie, per agricoltura, allevamento, cultura (???), industria, turismo, viabilità e ferrovie, eccetera. Idee concrete, non il solito elenco di promesse e profezie volte alla felicità universale garantita e obbligatoria. Nel dibattito che ha preceduto il 28 dicembre, non ho sentito nientissimo del genere. E dubito che le idee spuntino come fiori in teste nelle quali erano finora assenti.

La campagna elettorale sarà il solito “se non voti per me vince lui”.
E sapete che penso? Che le liti per i nomi dei presidenti hanno consentito di lasciare nell’ombra tutte le manovre e manovrette per le candidature a consigliere; così, senza luce, le liste sono state messe assieme la notte del 27-8. E si narra che, forse nel XVIII secolo, l’arciprete di Mammola lasciò detto “li cosi cu la notti non mi piaciunu”, e perciò recitava i Vespri nel primissimo pomeriggio. Invece i nostri candidati hanno preferito il buio: “Ibant obscuri sola sub nocte per umbras”; però questo è Virgilio.

Ben 22 (ventidue) consiglieri si ricandidano, qualcuno per la settima volta. Ora, se le giunte e presidenze calabresi hanno fatto pena e rabbia (politicamente parlando, ovvio!), il consiglio regionale è stato sempre il peggio del peggio del peggio.

L’ultimo, poi, fu oggi le comiche: Oliverio (lo nomino perché non candidato) si reggeva contro i consiglieri del suo partito, il PD, e sostenuto validamente dai consiglieri di centro(destra) di finta opposizione FI. Ebbene, di costoro si vogliono ricandidare in 22.

Di costoro 22, 5 (cinque) sono transumati da centrosinistra a centro(destra) o viceversa. E nessuno di questi cinque lo ha fatto per un possente travaglio interno come la conversione dell’innominato del Manzoni, ma per evidente bisogno di sistemazione.

Per ora mi fermo, aspettando senza ansia, anzi senza interesse, il 26 gennaio. Per svago, sto traducendo la Lisistrata di Aristofane: e chi conosce l’argomento, capirà che mi sto facendo due risate. Ma era quello che Aristofane voleva, intelligentemente e satiricamente far ridere: e ci riesce. Invece i politicanti calabresi vorrebbero persino essere presi sul serio!

Non da me, però. Mi incuriosiscono di più le forme dialettali laconiche, alcune delle quali davvero curiose. Pensate che gli Spartani facevano la guerra non contro “Athenai”, ma contro “Asanai”. Dite voi, ma tu ti entusiasmi per fenomeni fonetici peloponnesiaci di ventisei secoli fa? E invece, secondo voi, dovrei entusiasmarmi per le regionali calabresi di questo secolo? Ahahahahahahahahahahahahah! Meglio Lampitò che saltava… e qui non continuo, perché siamo in fascia protetta.

Ulderico Nisticò