Per una mia rara botta di fortuna, non sono né giudice né consigliere comunale, ma solo opinionista a ruota libera; e ciò mi esenta dall’immergermi nella selva oscura dei lavori del Corso di Soverato e relativo Lungomare. Perciò procedo per la più reazionaria sintesi; e nessuno tenti di gabbarmi con l’analisi, che è sempre sofistica.
Io sono favorevolissimo al Corso chiuso e strachiuso. Capisco i problemi di parcheggio e scorrimento eccetera, ma il Corso va liberato dalla sua originale natura di… e già, ve lo siete scordato tutti: di strada statale 106, e unica via di transito, com’era una volta, anche per autotreni e autobus. Vanno trovate soluzioni, ma ne parliamo un’altra volta.
Corso pedonale, quindi incontro tra le persone, e magari qualcuno, tra una chiacchierata e un caffè, entra in un negozio. A proposito, se i negozi non vendono, non è perché le auto non gli si piazzano davanti, ma perché la merce e i prezzi non sono adeguati. Se io posso e voglio comprare, parcheggio anche a chilometri sotto la pioggia; e non voglio e non posso, non compro manco se il negoziante mi fa parcheggiare nella cucina di casa.
Ciò premesso, la mia simpatia per il Corso chiuso presupponeva che il Corso medesimo fosse chiuso alle auto, non anche ai pedoni; e che i lavori finissero rapidamente. E invece abbiamo Manitou, dio dei Pellerossa e macchina soveratese, che aspetta da mesi; e un giorno lo lasciano in via della Vittoria, e un altro lo spostano a far finta che operi miracoli come fece… beh, ricordatevi che miracoli NON ne fece, nel West.
Con i ritmi che abbiamo sotto gli occhi, il Corso potrà essere pronto per… hanno detto Natale, ma mi pare utopia; o Pasqua o Ferragosto?
E se a Natale non sarà, come non sarà pronto, allora sì che i commercianti avranno ragione di lamentarsi, venendo meno loro una delle poche occasioni di attività.
Se io avessi voglia di approfondire, scoprirei una cosa molto molto italiana: che hanno tutti ragione. Hanno ragione i negozianti; ha ragione il Comune in base all’art. XXX barra YYY del R. D. di Ruggero II del 1130…; ha ragione la Ditta; ha ragione persino la Regione Calabria, quella che ha sempre torto per assioma. E se si va in Tribunale – che ha ragione pure lui – aspettiamo una sentenza per Natale 2029, e subito un bel ricorso al TAR, e si fa il 2043. In quell’anno, mi profetizzò una vecchia zingara, io devo non passare sul Corso ma trapassare a miglior vita, quindi vedetevela i superstiti.
Domanda: i soldi sono stanziati o esistono? La domanda è lecita, perché in Italia, e tanto peggio in Magna Grecia Bis, stanziamento e soldi non sono sinonimi; e tra lo stanziamento (promessa) e i soldi ci sono differenze abissali. Posso sapere se i soldi ci sono effettualmente, in contanti, e dove?
Morale: rischiamo di restare con Manitou fermo e senza il Corso. Io non voglio sapere di chi è la colpa, io voglio il Corso.
Ulderico Nisticò