Scopre in ospedale che il figlio che porta in grembo è morto


Si presenta in ospedale e scopre che il figlio che porta in grembo è morto. É accaduto stamattina nell’ospedale di Vibo Valentia. Una donna di 32 anni di Cessaniti (Vibo Valentia), arrivata alla fase finale della gravidanza (trentanovesima settimana) e che avrebbe dovuto sottoporsi ad alcuni esami.

Il tracciato ha fatto però emergere la triste realtà: il bambino che la donna aveva in grembo era già morto da alcuni giorni. Il marito della donna, nel momento in cui gli é stata comunicata la notizia, è andato in escandescenze, sferrando calci e pugni contro la porta della sala parto, danneggiando un vetro e inveendo contro l’ostetrica e il personale del reparto. Sul posto è intervenuta la polizia che ha condotto l’uomo in Questura per ricostruire i fatti, mentre la moglie è rimasta in ospedale per gli accertamenti del caso.

È stato effettuato nell’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia il taglio cesareo, inizialmente programmato per domani, alla donna di 32 anni di Cessaniti che, stamani, ha scoperto che il feto che portava in grembo era morto.

La decisione di anticipare l’operazione chirurgica si è resa necessaria per effettuare tutti gli accertamenti sulle cause del decesso del bimbo e verificare la scansione temporale dei tragici eventi. La Procura di Vibo Valentia, che sta indagando sul caso dopo la denuncia in Questura del marito della donna, si è affidata ad alcuni consulenti medici e specialisti per avere un quadro il più chiaro possibile sulle cause del decesso.

L’Asp di Vibo Valentia, a seguito del decesso in ospedale del feto portato in grembo da una donna di 32 anni, ha deciso di disporre un’indagine interna per accertare eventuali responsabilità. Il direttore generale dell’Asp, Elisabetta Tripodi, nell’esprimere “particolare vicinanza alla signora G.M.A. e ai familiari per quanto accaduto, ha immediatamente disposto, nel rispetto della tutela della professionalità degli operatori Asp – si legge in una nota – una inchiesta interna volta ad accertare i fatti avvenuti, riservandosi di adottare i dovuti provvedimenti nel caso in cui dovessero scaturire specifiche responsabilità”.