Il processo con rito alternativo ha consentito all’imputato (difeso dall’avvocato Francesco Schimio) di usufruire dello sconto di pena di un terzo. Il pubblico ministero della Procura di Vibo, Luca Ciro Lotoro, aveva chiesto la condanna all’ergastolo. La vittima, Francesco Timpano, era finita nel mirino di Olivieri, fratello di Giuseppe, già nel maggio dello scorso anno, al culmine di un raid omicida costata la vita a due persone ed il ferimento di altre tre fra Nicotera e Limbadi.
L’uccisione di Timpano, definito dagli inquirenti come “fatto di sangue gravissimo ed inquietante, perchè avvenuto in pieno giorno ed in un luogo affollato”. Giuseppe Olivieri, il 12 agosto dello scorso anno, si recò, nel primo pomeriggio, a Nicotera Marina, all’interno dello stabilimento balneare “Il Gabbiano” per attendere il 44enne Timpano e poi ucciderlo sparandogli alla schiena alcuni colpi di pistola calibro 7,65, davanti alla moglie della vittima e a decine di bagnanti atterriti. carabinieri ascoltarono proprio la moglie, i tanti turisti presenti e visionarono le immagini riprese dagli impianti di videosorveglianza della zona e dislocati su tutta l’area del lungomare, che fornirono agli inquirenti elementi utili ai fini delle indagini sull’agguato, anche perchè Olivieri agì a volto scoperto.
In particolare, Olivieri, in sede di convalida del fermo del PM, aveva precisato che questo delitto nulla avrebbe avuto a che fare con il disegno criminoso messo in atto dal fratello Francesco detto “Ciko”, che l’11 maggio sempre del 2018 uccise a Limbadi Michele Valerioti e Giuseppina Mollese, vittime presenti in una lista di morte che il fratello Francesco Olivieri aveva stilato per vendicare la morte del fratello Mario, avvenuta nel 1997. E su quella lista di morte sarebbe finito anche Vincenzo Timpano, fratello di Francesco, rimasto soltanto ferito assieme ad altre due persone. L‘indagato, dopo l’omicidio, si diede alla fuga salvo poi costituirsi, 9 giorni dopo, alla caserma dei carabinieri di Nicotera.