“Il pubblico ci sta mandando dei rimandi incredibili. Penso che nei nostri spettacoli ci sia la capacità di far sentire il pubblico parte dello spettacolo. La gente esce piangendo, emozionandosi, contenta di aver partecipato: sei dentro un meccanismo. Non sei andato solo a guardare una cosa: ne fai parte.”
Così Lamberto Giannini, ideatore dello spettacolo “Up&Down” che aprirà sabato prossimo 10 novembre la stagione del Politeama di Catanzaro, ha spiegato al Fatto Quotidiano lo straordinario (e forse inatteso) successo di questo lavoro. Che oggi è anche diventato un film. Teatri dovunque pieni, fino all’inverosimile. E’ stato definito ”lo show della felicità”. Paolo Ruffini- attore, regista, sceneggiatore – è l’anima dello spettacolo, ma i veri protagonisti sono gli attori della Mayor Von Frinzius, diretti da Giannini, ragazze e ragazzi con la sindrome di down o autistici.
Con un breve video pubblicato sulla pagina Facebook del teatro, lo stesso Ruffini, insieme agli altri protagonisti, ha voluto invitare il pubblico a partecipare alla serata catanzarese. Un vero e proprio happening comico e al tempo stesso emozionante che parla delle relazioni: ironia e irriverenza accompagnano gli spettatori in un viaggio che racconta la bellezza che risiede nelle diversità.
Paolo Ruffini va in scena con degli attori con la Sindrome di Down, affrontando insieme a loro significato della parola “disabilità”, fino a dimostrare che la loro dovrebbe definirsi “Sindrome di UP”! Lo scheletro dello spettacolo è costruito sull’intenzione di Paolo Ruffini di realizzare uno straordinario One Man Show, con imponenti scenografie ed effetti speciali. Parte però una sequela di boicottaggi e rocambolesche interruzioni in cui gli attori fanno irruzione dimostrando di essere molto più abili di lui. Dimostrando inoltre che ci sono tante persone che non sono abili alla felicità o all’ascolto, ma che alla fine siamo tutti diversamente abili, diversamente normali e meravigliosamente diversi.
Una rappresentazione dai connotati surreali e dagli sviluppi inaspettati con una forte connotazione d’improvvisazione, che interrompe le liturgie teatrali e offre al pubblico una vera e propria esperienza in cui le distanze tra palcoscenico e platea si annullano, e alla fine attori e spettatori si trovano per condividere un gesto rivoluzionario: un grande abbraccio.