Toccati nel vivo e qualcuna nel personale, alcune degnissime persone hanno compiuto un mirabolante miracolo, quello di rispondermi: potenza dei megaliti! Di solito, alla calabrese maniera, funziona la congiura del silenzio. E invece, voi non ci crederete, ma ho ricevuto ben risposte due, e dico due! Scusate se, per buona educazione, ometto i nomi.
– La risposta 01) è lunghissima, e come tale sospetta: la verità, quando è verità, è anche semplice e lineare, e si contenta di sì/no; il succo è che sarebbe stato chiesto un intervento… futuro, s’intende, molto futuro; ho controreplicato che mi avvertano quando il verbo al futuro verrà coniugato al passato prossimo, cioè al posto di “faremo” un “abbiamo fatto”, e persino “abbiamo ottenuto”;
– La risposta 02) è, credo, veritiera, però mi lascia di stucco: persona bene informata mi comunica che “sono avvenute” (passato prossimo, sebbene indefinito) indagini di ogni genere sui megaliti… che i risultati sono stati “pubblicati”. Per carità, sarà; anzi è vero: però sono come la casa di Scajola, all’insaputa; e offro un caffè a chi ne ha mai saputo qualcosa.
Vedete, amici lettori, a me come curioso di storia (“et me dicunt vatem pastores, sed non ego credulus illis”) interessa senza dubbio se i megaliti sono megaliti, se sono antropici o no, e a quale sorprendente epoca… m’interessa più o meno come ogni qualsiasi argomento di storia, letteratura, poesia e varie altre materie: e non di più. Come calabrese e abitante in una terra misera, poco produttiva e che dovrebbe cogliere tutte le occasioni, m’importa valorizzare la storia eccetera, anche a fini turistici; ed è quello che, nel mio piccolo, cerco di fare da quando ero ragazzo e scavalcavo abusivamente la Roccelletta e il castello di Squillace.
Ecco, io prendo atto che, m’informa la degna persona, sono avvenuti saggi fisici eccetera, e persino sono stati pubblicati. Già, penso io: come le notizie circa il convegno romano sul Sirleto, mai uscite manco su un foglio parrocchiale, che se le sono raccontate all’orecchio come a scuola il gioco del telefono; e tanti saluti al vecchio cardinale rimasto ignoto a tutta la Calabria! Studi all’insaputa, come la casa di Scajola?
Non nego che su qualche rivista iperspecialistica sia apparsa qualche notizia. Nego che essa notizia serva a qualcosa, di là da un ristrettissimo cerchio di addetti a quei lavori.
Non è questa, la funzione della cultura; essa è, al contrario, un’esigenza morale, spirituale, popolare; è la conoscenza del passato per il presente e per l’avvenire; è coscienza popolare.
Quello che è certo è che, senza il mio articolo dell’altro ieri, manco una rispostina avrebbe mai letto nessuno.
Comunque, se prima o poi faranno sapere anche qualcosa a me e al resto della gente normale, sarò loro grato.
Corollario: insegnano le statistiche che è in atto, in Italia, una grande ripresa del turismo culturale; in Calabria, immagino, ben poco e nulla: esempio, Soverato e la Pietà del Gagini. Se in Calabria la cultura resta in mano agli abitanti della casa di Scajola, a loro stessa insaputa…
Intanto i megaliti là sono e là restano, dimenticati come furono per non si sa quanti secoli.
Ulderico Nisticò