L’ospedale di Polistena di notte diventa un ospedale da campo


Nell’unico ospedale di riferimento della Piana di Gioia Tauro, di notte si trasforma in un campo di battaglia. Il pronto soccorso viene invaso continuamente da codici rossi e gialli, le sale operatorie e le sale parto, sono impegnate continuamente da partorienti per cesari e parti normali. L’avvicendamento degli ammalati non da tregua al personale sanitario e il rischio d’infezione diventa altissimo. Rischio vero e reale, perchè, il personale dell’impresa di pulizie è ridotto a una sola unità notturna da condividere tra il pronto soccorso e le sale operatorie. Roba da impazzire, difatti, la scorsa notte la lavoratrice veniva contemporaneamente e continuamente chiamata, sia dal pronto soccorso, sia dalle sale operatorie. Pur non possedendo il dono dell’ambiguità, questa donna ha cercato di dividersi tra i due reparti di emergenza ad alto rischio, subendo spesso richiami, con toni minacciosi, per non essere presente nell’uno o nell’altro reparto. Questo modo di interfacciarsi tra le diverse emergenze è stata una costante da incubo per l’intero turno lavorativo, alla fine del quale, la donna delle pulizie ha consegnato scopa e straccio alla collega, scusandosi per non aver potuto lasciare i locali in perfetta igiene. Difatti, sangue e rifiuti speciali di ogni tipo si sono susseguiti presso i due reparti interessati da continue emergenze urgenze.

Questo accade perchè nell’intero ospedale di Polistena ma, in particolare nelle sale operatorie e il pronto soccorso, di notte non esiste la figura dell’Operatore Socio Sanitario, nè di Ausiliario. Purtroppo tutto il carico di lavoro grava sull’unica unità di personale addetto alle pulizie, unica e sola persona in turno durante le ore notturne. Un fatto gravissimo portato all’attenzione della gestione Commissariale dell’Azienda Sanitaria Provinciale, sin dal mese di Luglio e ancora non risolto. Si è in attesa di un’atto deliberativo che metta fine alla grave disparità tra i due ospedali Spoke della provincia di Reggio Calabria (quello di Locri riconosciuto ad alto e medio rischio e quello di Polistena classificato come uffici amministrativi). Insomma un grave errore gestionale in attesa di una correzione ferma nei cassetti dei Commissari sin dal mese di Luglio c.a..
Tra le tante vergogne ereditate dal passato, questa racchiude aspetti incomprensibili e forse, degni di indagine da parte della Magistratura. In questo scenario si manifestano omissioni, demansionamenti, interruzioni di servizi essenziali, alto rischio d’infezioni, rischio clinico per il personale Medico e infermieristico, ecc. ecc..
In verità tutti pensano a una mirata strategia per mettere in cattiva luce l’ospedale unico della Piana, per poi non travare assistenza altrove e costringere i cittadini ad emigrare. Una politica al contrario per incassare un falso risparmio e creare le condizioni per chiudere l’unico ospedale rimasto per i cittadini pianigiani. Un’ipotesi scellerata dalla quale vogliamo dissociarci con forza, chiedendo alla gestione commissariale di adoperarsi da subito per ridare dignità a tutti i medici, personale sanitario e personale addetto alle pulizie, al fine di rendere accessibile questo nostro ospedale e sfatare la nomea assegnata di Fort Apache.

IL SEGRETARIO GENERALE S.U.L.P.I.
Giuseppe Gentile


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