Il 25 novembre si ricorda il Femminicidio


femminicidioIl 25 novembre non si festeggia nulla. Il 25 novembre si ricorda il Femminicidio. Nel 2015 centoventotto sono state le donne uccise da mariti,dai fidanzati,dai compagni. Una ogni tre giorni. Dall’inizio del 2016 sono,fino ad oggi, cento sedici.
La giornata mondiale contro la violenza sulle donne ricorda,a tutti, che negli ultimi dieci anni le donne uccise sono state, in Italia,1.740. I moventi del Femminicidio sono di tipo: passionali, liti, dissapori. Le armi usate per uccidere la moglie,la compagna, sono quelle da taglio,da fuoco, strangolamento e un uso,di armi improprie. Il Femminicidio è proceduto, spesso, da violenze e minacce familiari che non sempre sono denunciate alle forze dell’ordine o se lo sono non trovano una immediata risposta.

L’autore di un femminicidio solo in pochissimi casi, tre su cento, decide di togliesi la vita. Il numero del Femminicidio si riscontra di più al Nord. L’età media delle vittime è di cinquanta anni. La Lombardia detiene questo triste primato. La perdita della madre per colpa del padre, del compagno, è un dramma per i figli, spesso minorenni.
Figli che una inumana burocrazia li definisce Vittime Secondarie. La violenza di genere è caratterizzata da stalking, percosse, lesioni. Il Femminicidio è un fenomeno non accettabile né moralmente né umanamente in quanto, rappresenta una insensata violenza contro le donne.

25 novembre 2016
Enrico Vaccaro
sociologo


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