Il centro(destra) cerca rattoppi, e ne avrebbe bisogno davvero, se badiamo alle sue ultime vicende. Il IV governo Berlusconi è durato dal 2008 alle strane situazioni del 2011, quando è stato abbattuto da evidenti e poco pulite manovre europee e interne; però si è lasciato abbattere, non ha reagito; e anche in quei tre anni era venuto meno, come il Berlusconi I, quello II e quello III, al motivo stesso per cui aveva ricevuto voti: fare delle qualsiasi riforme. Le quattro volte che andò al governo, Silvio non ha riformato un bel niente, e ciò per l’insensata intenzione di “tendere al centro”, cioè di accontentare tutti; e alla fine ottenne il risultato di non accontentare nessuno. Insomma, un’eterna Democrazia Cristiana; e senza nemmeno la demoniaca abilità di quel partito di aprire un ospedale quando aveva finito di assumere uscieri in un altro! Già che a quei tempi c’era Ciampi a stampare falsa moneta!
Questo è il quadro istituzionale. Vediamo quello politico.
Non diciamo della desolante vicenda del fu Movimento Sociale, che Fini, con il consenso di quasi tutti esclusi quanti sapevamo leggere e scrivere, trasformò in un’insalata detta Alleanza Nazionale; che poi sciolse per diventare anche ufficialmente berlusconiano; infine si ridusse da solo. Oggi della destra italiana restano scarse reliquie.
La Lega è portatrice di istanze condivisibili, soprattutto in materia di clandestini e islam vari, però le esprime con una tale rozzezza da rendersi difficile da accettare. È poi priva di un sostrato concettuale su qualsiasi altra faccenda.
Forza Italia è in crisi di numeri, oltre che di idee e analisi della realtà, e, come dal 1994, va avanti ad espedienti e improvvisate, a volte riuscite, più spesso no. Ora, con tale Parisi, vuole diventare “liberalpopolare”, cioè l’ircocervo, due concetti contraddittori tenuti assieme per caso.
Dov’è il problema di FI, Lega e quel che fu AN? La totale mancanza di cultura. Qui statemi attenti.
L’uomo di sinistra è, generalmente, politicizzato; legge giornali e libri; partecipa a dibattiti; attribuisce importanza, come direbbe Moretti, alle parole; si divide sulle parole; litiga a sangue sulle parole; e perciò la sinistra vera e propria non è mai andata al potere in Occidente; e dove andò, in Russia, lo fece con metodi di destra: l’incrociatore Aurora con i cannoni puntati sulla Duma. C’è una sola eccezione, il governo socialcomunista Blum in Francia nel 1936, buttato giù nel ’38… voi pensate da una congiura di nobili latifondisti? Macché, dai sindacati di sinistra! Però la sinistra è, e si ostina a essere intellettualistica.
L’uomo di centro(destra) è, generalmente, un professionista bravo nel suo lavoro e totalmente ignorante in fatto di politica. Egli sta con Israele, però non azzardatevi a domandargli dove si trovi questa da lui così amata entità statale; egli è liberale, però difende eroicamente il posto fisso sotto casa; egli è per l’ordine pubblico, salvo garantismo per parenti e amici. Gente del genere è facile da governare e sgovernare; Berlusconi lo ha sempre saputo, e ha trattato i suoi così, a frasi fatte e roboanti proclami di sfracelli senza esito. Quanto ad Alleanza Nazionale, sui 50 che il Secolo d’Italia aveva elencato come uomini di cultura del MSI, 49 non abbiamo aderito a Fiuggi; l’unico rimasto se l’è cavata sostenendo due o tre tesi nella stessa frase, per poi sparire. Abbiamo detto della Lega, tanto più dopo la morte di Miglio.
Può sembrare una furbata, lasciare i sudditi nell’ignoranza, ma non lo è. Berlusconi e Fini, quando erano amici, con l’ignoranza hanno esagerato, facendone una specie di filosofia. Governarono o si opposero alla cieca, senza un’analisi, senza una proposta, senza un progetto culturale e politico; e senza poter nemmeno esibire in tv qualcuno che parlasse un decente italiano. AN nominò tra i suoi responsabili culturali Nando Buzzacca; Forza Italia puntava, come suoi testi sacri, sulla Tamaro! I giornali berlusconiani sembrano volantini sezionali, e li legge solo chi ne è già convinto. Non venne mai creata un’occasione di dibattito serio. Mai un dubbio, una messa in discussione di qualcosa. C’era Tremonti, e lo hanno emarginato.
Peggio, Berlusconi, pur possedendo tre reti televisive nazionali, una grande casa di produzione cinematografica e una formidabile casa editrice, non ha mai consentito o favorito un libro, un film, del teatro, una canzone, uno spettacolo che si potessero dire non di destra, ma almeno di centro(destra). Ragionando da imprenditore, pubblica i libri di D’Alema (o chi per esso), che si vendono; e gira film di cassetta che non disturbano nessuno.
Così l’Italia è del tutto priva di una cosa qualsiasi che somigli a una destra e che possa passare per alternativa al PD; e il PD, pur allo sfascio interno, galleggia sicuro alle elezioni.
Corollario: in Calabria, assente la Lega, polverizzati i resti missini, Forza Italia è palesemente buona amica di Oliverio, cui mai fa mancare il suo silenzio – assenso. Dove volete andare, così? E moriremo renziani.
Ulderico Nisticò