La cultura della legalità


articoliutenti1bMa perchè tergiversare o prenderci in giro?
Credo sia arrivata veramente l’ora di finirla con la storiella del mafioso con coppola e lupara.
Dai su, non ci crede piu’ nessuno.
Non è piu’ una mera questione di buoni o cattivi, è essenzialmente un problema culturale.
Null’altro.
Il concetto di legalità e giustizia deve essere solo uno, incontrovertibile, inequivocabile e non diversamente interpretabile. Non possiamo pretendere deroghe o giustificazioni all’occorrenza, a convenienza, la legalità deve appartenerci, deve costituire un valore fisiologico, punto.
Atteggiamento mafioso è un concetto ampio e in continua trasformazione, sappiate che telefonare all’amico dottore o dirigente per ottenere una visita specialistica o un ricovero nel piu’ breve tempo possibile è atteggiamento mafioso, chiamare l’amico per velocizzare una pratica al catasto o in qualsiasi altro ente amministrativo è atteggiamento mafioso, farsi raccomandare da un professore influente o da un dirigente scolastico per ottenere crediti o far promuovere il proprio figlio è atteggiamento mafioso, il clientelismo e l’assistenzialismo sono atteggiamenti mafiosi, non rispettare le regole o rifiutare la trasparenza è atteggiamento mafioso, partecipare ad un bando di gara, ad un appalto, senza requisiti solo perchè si gode di appoggi e di riuscire a farla franca, è atteggiamento mafioso, non pagare i lavoratori, o pagarli con acconti, o peggio assumerli a nero e sfruttarli su orari e incarichi è atteggiamento mafioso, non pagare le tasse è atteggiamento mafioso, parcheggiare sulle strisce pedonali o nelle aree per i diversamente abili è atteggiamento mafioso, esercitare la professione di medico a qualsiasi livello, privato o pubblico, senza abnegazione, impegno, onestà e rispetto per la vita altrui è atteggiamento mafioso, non amministrare enti pubblici con competenza e sensibilità e soprattutto onestà, è atteggiamento mafioso, non offrire servizi alla gente che paga le tasse, è atteggiamento mafioso.
E potrei continuare all’infinito.
Insegniamo questo ai ragazzi, in modo tale che da grandi possano essere adeguatamente critici e capaci di distinguere la differenza tra diritti e doveri, assorbire e far loro un unico e incontrovertibile senso di legalità e giustizia e soprattutto credere nella meritocrazia e nelle istituzioni.

Michele Piccininno


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