Meglio farsi prete che restare disoccupato a vita!


I dati Istat sulla disoccupazione giovanile sono assai allarmanti (40%). Le Amministrazioni locali si preoccupino del lavoro

seminaristiI multimedia italiani riportano in questi giorni gli ultimi dati dell’Istat sulla disoccupazione giovanile nazionale e quelli ufficiali sono già allarmanti (40%), mentre quelli effettivi sono vergognosi (almeno 50% e nel sud 70%). L’Università delle Generazioni da sempre, fin dalla sua nascita, si occupa e si preoccupa dello stato di disagio dei giovani causato proprio dalla mancanza cronica di lavoro e cerca, nel suo piccolo di dare utili indicazioni. Questa volta l’associazione agnonese vuole lanciare una provocazione, suggerendo alle nuove generazioni di tentare la carriera ecclesiastica, che, a ben vedere, non ha bisogno di una vocazione religiosa per essere percorsa con profitto. Dunque, meglio farsi prete che restare disoccupato a vita!
A parte la provocazione che però intende essere una riflessione seria, l’Università delle Generazioni ritiene che entrare in seminario possa essere per i giovani di oggi (così come per tanti giovani poveri e poverissimi di decenni fa) un modo per risolvere la propria esistenza cercando di essere utili a sé stessi e agli altri. C’è tutta una letteratura di uomini e donne che hanno vestito dignitosamente l’abito talare anche senza una profonda fede e poi si sono rivelati ottimi “assistenti sociali” e persino “guide” delle loro comunità e “manager” della pastorale ecclesiastica. In tempi in cui la situazione è fin troppo allarmante non bisogna andare per il sottile e sicuramente farebbe comodo pure alla Chiesa Cattolica poter contare su giovani cui affidare parrocchie od uffici utili a mantenere il suo “status” sociale-globale in Italia e nel resto del pianeta.
Le Amministrazioni locali non fanno quasi niente per aiutare i giovani ad inserirsi nel mondo del lavoro, per cui dovrebbero essere soprattutto le famiglie e gli stessi giovani a darsi da fare per trovare almeno una prima collocazione, per quanto precaria, per iniziare il discorso concreto della propria emancipazione esistenziale. Dove manca personale? Sicuramente, per mancanza non soltanto di vocazione ma di effettiva attrazione ed incentivi, il personale manca nel campo religioso (preti e suore non bastano mai). Poi, in campo socio-sanitario dell’assistenza agli anziani (tanto è che importiamo badanti dall’estero). Inoltre, agricoltura ed artigianato offrono ancora nicchie preziose e dignitose da cui partire per industrializzarsi.
Ci sono, inoltre, in questo neo-medioevo globale, lavori inusuali che, paradossalmente, hanno successo in una società in cui una buona fetta vive nel lusso ed ha bisogno di “giocolieri” per divertirsi. Come nelle vecchie corti e negli antichi castelli, tale società ha bisogno di uno stuolo di sostenitori di questo lusso, persino di funamboli e di illusionisti. Infatti, un noto “mago” agnonese sostiene che ci sono posti di lavoro proprio nel campo della “magia” da spettacolo, utilizzata pure durante le cerimonie di nozze o nel benvenuto ai neomaggiorenni e in altre occasioni in cui una simile esibizione, davvero originale, qualifica una festa. Perciò, l’esortazione dell’Università delle Generazione è quella di guardarsi attorno e di “buttarsi” in un qualsiasi settore operativo, dal momento che i più noti successi imprenditoriali insegnano che bisogna iniziare dal piccolo per diventare grandi e dare inizio a vere e proprie dinastie manageriali. Forza ragazzi!

Redatto da Università delle Generazioni


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *