Guardate bene la foto: essa attesta che la chiesa di Torre [Ruggero] fu completata nel 1788 dall’ingegnere don Bernardo Mureno, con il lavoro del popolo e le preghiere del sacerdote B. F. (gli bastarono le iniziali, forse per umiltà), e per dono e a spese di Ferdinando IV di Borbone, il re di Napoli e re di Sicilia dal 1759 al 1816 (al netto di due esili); dal 1816 alla morte, nel 1825, re delle Due Sicilie.
Dite voi, e che c’è di curioso? Ma che, attesta la lapide, la chiesa era stata distrutta “funditus”, fin dalle fondamenta, dal terremoto; e quale terremoto? Quello del 1783, il sisma più terribile che si ricordi nella storia d’Italia, e della Calabria pur spesso soggetta a tali catastrofi; e che rase al suolo centinaia di paesi e città, e sconvolse radicalmente l’orografia calabrese. Il re inviò immediatamente un “treno” militare al comando del principe Pignatelli, con i pieni poteri dell’alter ego; furono rapidissimi, per i tempi, i soccorsi alle popolazioni, anche se alla fine si dovettero lamentare un 30.000 morti. Ricordiamo che subì la devastazione anche Soverato “Vecchio”.
1788 meno 1783 fa anni 5 (cinque): altro che Superstrada delle Serre!
Intanto il governo regio decideva e attuava la ricostruzione, seguendo i criteri del più sensato, e non utopistico, illuminismo, che proprio nell’urbanistica dà il meglio di sé. I paesi distrutti vennero spesso trasferiti di qualche miglio, e per ragioni geologiche e igieniche e di abbondanza d’acqua, e per una volontà di cancellare il passato.
Andate a visitare Borgia, Oppido [Mamertina], Palmi, o l’antica Castelmonardo chiamata Filadelfia, eccetera, con i loro piani regolatori romani, le grandi ariose piazze, le vie larghe e comode, l’esposizione al sole e al vento. Fece eccezione Soverato, ma non mi stupisco.
Si adottarono, nel ricostruire, i criteri antisismici che leggiamo chiaramente sulle pareti delle vecchie case: robusta pietra alternata a robusto ma elastico laterizio.
Ed entro dieci anni, e dico dieci anni, era tutto finito e inaugurato: a buon diritto, inaugurato. Altro che Trasversale, altro che 106, altro che A3!
Altre le conseguenze sociali, con la costituzione della Cassa Sacra e la sua deviazione dalle buone intenzioni del re. Cominciarono, a formarsi, con terre sottratte alla Chiesa e alla disponibilità informale dei contadini e pastori, quei latifondi borghesi che ancora oggi vengono spacciati per feudali e nobili senza esserlo minimamente mai stati, tutt’altro e per origine e per stile dei proprietari; e che scateneranno l’odio tra i ceti, e, alla fine, la crisi e morte del Regno. Ma questo è un altro discorso.
Ulderico Nisticò