L’area dello Stretto sceglie il suo futuro: Presentazione del Laboratorio Territoriale


Si è tenuta questa mattina, a bordo della nave “Messina”, la conferenza stampa di presentazione del Laboratorio Territoriale Città Metropolitane e Area dello Stretto, Nodo strategico nazionale “QVQC – Quale Velocità, Quale Città – RC-ME-CT”.

I lavori sono stati aperti dall’ingegner Carlo De Vito, Amministratore delegato di FS-Sistemi Urbani e presidente di QVQC.
Sono intervenuti la professoressa Francesca Moraci, responsabile scientifico del Laboratorio, oltre che docente ordinario di Urbanistica e membro del Consiglio di Amministrazione di Anas, il professor Pasquale Catanoso, Rettore dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, il prof. Carlo Mazzù, Prorettore dell’Università di Messina e il professor Franco Coppola, Vicepresidente di QVQC.

Laboratorio Territoriale è un’iniziativa, di carattere nazionale, alla quale partecipano il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, FS, Anas, Imprese ed associazioni di imprese, Ance, Anci, Enac, Istituzioni universitarie ed enti di ricerca, Fondazioni Culturali, Associazioni e Ordini professionali. Obiettivo del laboratorio è la costruzione di un piano strategico delle città metropolitane, dei progetto di nodo e della filiera progettuale del sistema territoriale di area vasta e del sistema infrastrutturale da sottoporre al Governo.

Nell’ambito di tale progetto, è stato attivato il Laboratorio Territoriale sulle città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria e sull’Area dello Stretto.

“E’ necessario prendere atto della scarsa efficacia delle azioni fino ad oggi perseguite per offrire prospettive di sviluppo all’area dello Stretto – ha dichiarato Francesca Moraci. L’obiettivo del laboratorio è quello di definire un piano d’azione su scala interregionale al fine di connettere il territorio alle reti europee in termini di intermodalità, mobilità, sostenibilità e qualità delle dotazioni della grande area metropolitana”.

Nel corso del dibattito scientifico svoltosi di fronte ai giornalisti è emerso che la mancanza di visione unitaria e strategica ha causato l’impossibilità di negoziare il ruolo dell’Italia e del suo Mezzogiorno all’interno dello spazio europeo, con particolare riferimento agli attuali corridoi e alle infrastrutture puntuali, quali porti, aeroporti e reti digitali. Per richiamare l’attenzione sulla perdita di importanti occasioni di sviluppo per l’Area dello Stretto, è stato portato ad esempio il recente ampliamento del Canale di Suez che immette nel Mediterraneo un terzo delle merci di tutto il pianeta. Sebbene Sicilia e Calabria si trovino in posizione ottimale per intercettare le grandi navi portacontainer, i loro porti – Augusta, Catania, Gioia Tauro – movimentano un limitato numero di container. Le grandi navi preferiscono affrontare due settimane in più di navigazione e riversare il loro carico nei porti del nord Europa (Rotterdam, Amburgo, Anversa). Il solo porto di Rotterdam movimenta, da solo, più container della totalità dei porti italiani, dà lavoro a 90 mila persone e genera IVA per 40 miliardi l’anno a favore dello stato olandese. L’Italia e il suo Meridione perdono queste opportunità perché i porti di Sicilia e Calabria non sono collegati alle reti TEN-T.

“Le infrastrutture e la mobilità – ha commentato la Professoressa Moraci – rientrano tra gli indicatori di welfare e sono quindi una necessità, un diritto da garantire. Esse paiono invece rientranti in una sorta di spoil system che predilige questa o quella infrastruttura a seconda dell’opportunità politica. Il che genera anche una enorme differenza di impatto mediatico delle singole opere, alcune ferocemente attaccate, altre passate sotto silenzio, come il nuovo tracciato ferroviario del Brennero ad alta capacità, la cosiddetta ‘Tav silenziosa’. A questo proposito, la conoscenza, l’informazione e la comunicazione hanno un ruolo fondamentale nella condivisione delle scelte da parte dei territori”.

Per quanto concerne l’impegno dei maggiori players infrastrutturali, i rappresentanti del Laboratorio hanno sottolineato l’impegno di Anas che ha investimenti al 2019 per oltre 6 miliardi di euro equamente ripartiti tra Sicilia e Calabria. In Sicilia in particolare sono previsti 1,8 miliardi per nuove opere e 1,5 miliardi per manutenzione, di cui 872 milioni sono destinati al piano di manutenzione straordinaria dell’autostrada A19 Palermo-Catania.
In Calabria sono previsti 748 milioni per manutenzione e 2,6 miliardi di nuove opere di cui oltre un miliardo destinati al piano di manutenzione e messa in sicurezza della nuova autostrada Salerno Reggio Calabria.

Le reti ferroviarie occupano un ruolo fondamentale nelle strategie di mobilità europee per merci e persone e, pertanto, anche il Sud Italia deve essere dotato di ferrovie efficienti, anche in termini di alta capacità e alta velocità, senza interruzioni nel sistema di rete. L’area dello Stretto rappresenta senza dubbio una strozzatura, un collo di bottiglia, che limita gli spostamenti di merci e persone sia nell’ambito degli itinerari di lunga e media percorrenza che nell’ambito degli spostamenti tra le due coste.

Nelle conclusioni della conferenza stampa i rappresentanti del Laboratorio hanno sottolineato che è giunto il momento di una forte assunzione di responsabilità da parte di tutti i soggetti coinvolti nella programmazione del futuro dell’Area dello Stretto. In questo ambito il Laboratorio ha proposto di mettere a disposizione dei decisori approfondite analisi scientifiche, frutto anche delle proposte che perverranno, in modo da consentire scelte consapevoli e condivise, basate sulla qualità della spesa e degli investimenti, auspicando altresì che una volta individuato un percorso condiviso lo si persegua con impegno e determinazione.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *