Convegno del Comitato a Chiaravalle, con nuove importanti adesioni, tra cui l’Amministrazione Donato. Avevano detto estate, e l’estate inizia, con il solstizio, il 21; ma facciamo finta di aver pazienza fino al 30, quando, dicono, si aprirà il tratto Gagliato – Argusto. O così speriamo.
Sono emerse alcune problematiche, e non è male che s’incontrino, anche all’interno della manifestazione, opinioni dialettiche.
È stato ripetuto che nel piano regionale dei trasporti ci sono soldi per il tratto Gagliato – Satriano. Chi scrive, traendo le conclusioni, ha ribadito che, a tutt’oggi, c’è solo un “progetto preliminare”, cioè un nudo e crudo disegno sulla carta, senza alcunché di concreto. Tuttavia ha proposto di aspettare l’altro solstizio, il 21 dicembre. Se non si vedrà nulla, e il “progetto” resterà un disegnino, allora è meglio la sua proposta: utilizzare l’attuale provinciale 148 (Gagliato – Turriti), poi tracciare una bretella fino alla 106 e trasferire l’attuale 182 Laganosa al Comune di Satriano.
Si è parlato di strade e svincoli. Parere di chi scrive, a tale proposito, è che non si passa dai posti, nei posti si va: e di svincoli, anche ridicoli, ne abbiamo anche troppi. Una strada apporta benefici a ben 50 km a destra e altrettanti a sinistra, e senza che gli abitanti debbano per forza accorgersene subito.
E come non ricordare il patetico dibattito di Soverato, quando si sosteneva seriamente, per decenni, che una tangenziale avrebbe tolto ai negozi del corso l’occasione che l’autista del TIR, parcheggiati in pieno corso motrice e rimorchio, scendesse a comprarsi qualcosa o bere il caffè. Non sto scherzando, e non mi fate fare nomi.
Una riflessione finale. Il Comitato “Sblocchiamo la Trasversale” è, anche oltre il suo scopo immediato, un’importante realtà sociale; e stanno nascendo altri comitati su vari argomenti. Qual è la ragione di questo nuovo fenomeno?
Vero, c’è a monte il fallimento, anzi scomparsa dei politici e dei partiti; ma la causa profonda è che il territorio tra Ionio e Tirreno è in estremo degrado economico, con la fine del “posto fisso” che ha sociologicamente e moralmente devastato la gente. Ora che non c’è più niente nel senso di vacche da mungere, forse si vuole tornare al lavoro. Per il lavoro, qualsiasi esso sia, occorrono le strade.
Ci vediamo il 30 giugno. Se apriranno la strada, sarà una bella festa; senza nastri, ovviamente, e nessuno osi. Se no, à la guerre comme à la guerre.
Ulderico Nisticò