Il governo Renzi, di sinistracentro, impugna due leggi della Regione Calabria di sinistracentro. L’avrete letto tutti, e non m’interessano i particolari, ma il generale: si tratta, manco a dirlo, di faccende che riguardano la sanità. La sanità, non la salute. È la 666ma puntata della telenovela Oliverio contro Sgura, unico e solo argomento che ha in testa Oliverio. È anche l’ennesima figuraccia della Regione.
Dite voi, ma non ci siamo abituati? Certo, ci hanno abituato i seguenti signori: A. Guarasci, A. Ferrara, P. Perugini, A. Ferrara di nuovo, B. Dominijanni, F. Principe, R. Olivo, G., Rhodio, D. Veraldi, G. Nisticò, B. Caligiuri, L. Meduri, G. Chiaravalloti, A. Loiero, G. Scopelliti e Stasi, e ora M. Oliverio; tutti senza nessunissima eccezione neanche per distrazione e sbaglio. Voi, mie cari lettori e cari corregionali, vi siete adeguati fin dal 1970: io no, io ero allupato nel 1970, e sono imbelvito nel 2016, anzi sempre di più.
Torniamo a Oliverio. Questo illustre signore è stato eletto, ricorderete, con una valanga di voti; ed è ben noto che i Calabresi, detto in generale, votano in presenza di qualche interesse, e non di lungo o medio termine, ma immediato (= “chi mi nescia mo”). Ovvero, se alcuni dentisti hanno votato Oliverio, fu perché Oliverio aveva fatto capire loro che prima o poi, una leggina a favore… e infatti, ecco la leggina, ed ecco l’impugnazione da parte di Renzi.
In Calabria, come sapete, la stragrande parte del bilancio regionale va in sanità, e la nostra amata terra è zeppa di ospedali e roba del genere, più enorme emigrazione sanitaria; e sono i medici etc a regolare i voti. Esprimiamo questo principio: la politica ha guastato la sanità, ma anche la sanità ha guastato la politica. Donde la voragine del passivo.
Eletto dunque da sanitari, Oliverio deve rendere i benefici, con nomine a primari, secondari, commissari eccetera. Tutto come da copione dal 1970. Sennonché arrivano Sgura e Urbani, i quali se ne fregano, e procedono come rulli compressori. Alleluia, Dio li remuneri.
Oliverio invece ha un solo chiodo in testa, le nomine. Poveraccio, sarà assediato ogni giorno da amici che gli ricordano le promesse preelettorali… Ed ecco la leggina per il raddoppio della durata dei commissari, ed ecco, su segnalazione di Sgura, l’impugnazione da parte di Renzi. Figuraccia!
Insomma, Oliverio pensa solo alla sanità nel senso di posti. E il resto? Beh, ricapitoliamo: prima nomina tre assessori politici; poi scoppia il caso patetico della Lanzetta; poi i tre assessori gli vengono impallinati dalla magistratura; poi s’inventa la Giunta di Alto Profilo con alcuni sconosciuti, tranne uno che, sia pure limitatamente al campo accademico, almeno sappiamo chi è: e con questo finiscono i suoi meriti. Gli altri, dei pinchipalli spacciati per geni, e di cui ignoriamo anche il nome. Ne deriva il nulla totale in tutti i campi, e il fatto che a metà giugno si attendono invano i bandi regionali. Inetti! E per forza, Oliverio e Altiprofili sono come quelli che si chiamano monomaniaci: hanno nella zucca un pensiero solo, le nomine; le nomine sono il loro supplizio di Tantalo: paiono vicine, ma quando allungano la mano svaniscono, e Sgura gli taglia le mani.
Qualcuno mi rimprovera di lamentarmi solo della cultura. Ma qui scatta il fatto personale, e uno di questi giorni ve lo racconterò. Non ho mai tollerato, infatti, la cattiva educazione.
Meno male che c’è la Sculco di sinistra, la quale fa un poco di opposizione; c’era anche Guccione, ma lo hanno gabbato a Cosenza. Quanto al centro(destra), è come l’Araba Fenice, che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa. Ovvero, tace come quando le giraffe fanno salotto con i pesci a casa delle tartarughe. Non può essere solo pigrizia, è connivenza palese.
E qui sta il problema. Se cade Oliverio con la sua Superaltissima Giunta, francamente non se ne accorgerà manco la più irraggiunta felce del Monte Cucco; e non perderemmo nulla. E sì, ma poi?
Poi torneremo a votare; verranno formate liste, i medici si rimetteranno al lavoro a chiedere voti, e magari al posto di inutili di sinistra avremo degli incapaci di centro(destra). Attenzione, se ci saranno due o duecentoventidue liste, una deve vincere per forza.
Come si formeranno le liste? Come al solito: un po’ a caso e un po’ in rappresentanza di comodi e interessi. Per “facciaforia”, ovvero rispetto delle apparenze, avranno un colore vagamente ideologico libresco, ma sappiamo bene che in Calabria “Nietzsche e Marx si danno la mano”, come canta una triste canzone; anzi, si danno una mano: tuo figlio all’università, il mio primario…
Ci vorrebbe un minimo di dibattito serio, di fronte a una Calabria che è ultima d’Italia e forse d’Europa; dovrebbero parlare gli Atenei, la Chiesa, i giornali… Perché non nomino anche gli scrittori? Perché quelli sono impegnati a tempo pieno nella lotta alla mafia, segue cena. E che cene!
Addormentati di Calabria, buona domenica.
Ulderico Nisticò