Ci è stato appena comunicato che “la camera di consiglio del 20 novembre per la trattazione del presente ricorso sarà rinviata alla camera di consiglio del 11 dicembre”, quindi anche il presidio in occasione dell’udienza del tar sull’impianto eolico di San Vito sarà rinviato all’11 dicembre
In occasione dell’udienza in merito al ricorso presentato dalla società “Parco eolico San Vito” per la realizzazione di un vecchio progetto di impianto eolico nelle splendide montagne di San Vito sullo Jonio, il Coordinamento regionale Controvento ha indetto un presidio davanti alla sede del Tar di Catanzaro, in Via De Gasperi 76, il prossimo 11 dicembre.
L’appello è rivolto a tutti: cittadine e cittadini, amministratori, sindaci, associazioni e comitati al fine di manifestare ancora una volta contrarietà al progetto distruttivo presentato dalla società con sede a San Sostene e, in generale, all’invasione indiscriminata di pale d’acciaio, già ampiamente in atto, che sta devastando la nostra regione in nome della transizione energetica che lascia solo macerie sul territorio e nessun vantaggio per la comunità.
Nello specifico, il ricorso della società “Parco eolico San Vito” riguarda il provvedimento con la quale la Regione Calabria ha accertato la decadenza del progetto in quanto le autorizzazioni risultano scadute. D’altronde, il progetto presentato nel 2006 necessita di essere assolutamente sottoposto a una Valutazione d’Impatto Ambientale, anche perché rispetto ad allora sono mutate le condizioni ambientali di tutta la zona.
Nel frattempo, infatti, sono stati costruiti tanti altri impianti eolici nelle vicinanze (cosiddetto effetto cumulativo), sono nate nuove aree protette e sono stati bocciati due progetti di impianti eolici a Monterosso e nelle Preserre (Primus). Il progetto stesso è mutato, con la riduzione del numero di pale da 25 a 14 ma con il raddoppio delle dimensioni del rotore di ciascuna pala da 82 metri a 140 metri.
Il territorio è inoltre vicino al Parco regionale Naturale delle Serre, di cui l’area in questione rappresenta una zona contigua ad un’area naturale protetta di connessione tra i vari sistemi naturali e un’area di riproduzione, alimentazione e transito di specie faunistiche protette e di alcune aree ZSC (zone di conservazione speciale) in primis, del Lago Angitola.
Ciò è stato ribadito in un altro ricorso al Tar della Lipu, redatto dall’avv. Angelo Calzone, sostenuto dallo stesso Coordinamento Controvento, contro la decisione del Ministero dell’Ambiente che aveva autorizzato preventivamente la società a procedere alla realizzazione dell’impianto senza l’ottenimento della Valutazione d’Impatto Ambientale.
«L’iter in questione – rimarca il Coordinamento Controvento – una via crucis in realtà, va avanti da 20 anni e, in questo ventennio di fascismo ambientale dove non sono mancate le inchieste giudiziarie, la società di San Sostene ha praticato tagli, creato piazzole, aperto tracciati e distrutto di fatto aree di interesse naturalistico in continuità con le aree protette e umide presenti nell’area interessata.
Come spesso accade sui nostri crinali vengono traditi i dettati costituzionali fregandosene del danno ecologico che queste follie significano per una zona in cui il bosco è risorsa unica e non svendibile alle mire di una transizione ecologica che in queste modalità non ci interessa».
Da qui l’appello alla popolazione a presenziare al sit-in davanti alla sede del Tar di Catanzaro, in Via De Gasperi 76, il prossimo 11dicembre.