Non c’è il minimo dubbio che Trump abbia stravinto le elezioni. Prima di entrare in questo argomento, però, lasciatemi dire che il sistema elettorale degli USA deve aver subito infinite e poco chiare complicazioni da quel 1776 quando venne compilata la loro costituzione.
In breve a questo proposito, nel 1776 eletti ed elettori erano pochissimi e in un territorio ancora piccolo; con esclusione di donne e di non abbienti, per non scordare gli schiavi.
Oggi, per centinaia di milioni di cittadini, sentiamo di tutto, incluso un voto per posta anche senza francobollo. Un aspetto, tuttavia, mi pare interessante: che chi vuole votare si deve prima iscrivere; una pratica che mi piacerebbe anche in Italia.
Detto questo, ripeto che Trump ha stravinto e avrebbe vinto con qualsiasi altro sistema. A gennaio sarà di nuovo presidente, però fino a gennaio il presidente è Biden con tutte le sue problematiche mentali; e vice la sconfitta Harris. Anche questa è una cosa strana, e, francamente, poco tranquillizzante. Può succedere di tutto, in due mesi!
Poniamo di essere già al 6 gennaio: che farà, Trump? Che farà, in politica estera, Trump, unico presidente USA della storia a non aver scatenato una guerra? Farà qualcosa di serio e concreto per le due guerre in atto? Farà, ripeto, non dirà: di parole siamo stufi, anche di nobili e bellissime parole; e “cum parole non si mantengono li Stati”, insegna il Machiavelli, e tanto meno con parole si ottiene la pace. Che farà Trump per la guerra sul Don? Che farà per la Terra Santa? Aspettiamo.
Che farà con l’Europa, Trump? Una NATO con due punti di forza, USA e Bruxelles? Con un’Europa autonoma nella difesa? Sentiamo dire che l’Europa, e anche l’Italia, dovrebbero aumentare le spese militari. Ovvio, e tuttavia non sono le armi a fare la guerra da sole; e ci sarebbe anche un problema di mentalità, di cultura.
Che farà con i dazi nei confronti dell’Europa e della Cina? Qui si riapre un antichissimo problema ideologico: liberismo o protezionismo? Ecco un bel dibattito, e profondo, il liberismo è, in teoria, il sistema economico ideale; nei fatti, è molto spesso l’arricchimento dei ricchi e l’impoverimento dei poveri, in attesa che, tra qualche generazione, le sedicenti leggi economiche arricchiscano anche i miseri: un fenomeno che non si è verificato mai; e l’unica giustizia sociale possibile, a mio avviso, è il lavoro.
Che farà Trump con l’immigrazione? Quello che ha fatto già nel suo primo quadriennio; ma oggi, a netta differenza di allora, ha dalla sua un’opinione pubblica mondiale, anche in Europa e in Italia.
Per ora, quello che è certo è il fatto della sconfitta dei cosiddetti radical chic, gli intellettuali e attori e registi e scrittori e poeti e santi eccetera, i quali, nei loro ovattati salotti, parlano in nome del popolo… senza mai aver chiesto il parere al popolo; il quale popolo, lontano dai salotti, ha votato Trump.
Vedremo.
Ulderico Nisticò