“A Catanzaro occorre un Consiglio comunale su Università e ospedale nuovo”


Le recenti dichiarazioni del professore Ciro Indolfi hanno scoperchiato il classico vaso di Pandora. Tutto quello che pensavamo stesse accadendo all’UMG si è materializzato con le esternazioni dell’ex docente del nostro ateneo.

Tramite i mezzi d’informazione abbiamo appreso che lo stimato professore ha lasciato dopo diversi anni l’Università Magna Graecia, per fine rapporto, per approdare all’Unical.
Una notizia che come al solito ha provocato solo qualche brusio fra i cittadini catanzaresi, notoriamente apatici ed indifferenti verso qualsiasi tematica.

Il chiacchiericcio che ne è seguito è dovuto alla dura “reprimenda” di Indolfi nei confronti dell’Università.
Al riguardo vale la pena sottolineare la frase ad effetto usata nella circostanza: “All’UMG si ascolta la musica mentre stanno sul Titanic”.

Tale affermazione non ci ha colto di sorpresa, e non poteva essere diversamente, dal momento che è notorio che la nostra Associazione Culturale, presente sul territorio da circa venticinque anni, ha espresso sempre parole non lusinghiere verso la governance della nostra Università. Lo abbiamo fatto consapevoli che l’ateneo cittadino sembra vivere in una torre d’avorio scollata dalla realtà che la circonda.

Probabilmente questo è dovuto allo strapotere di quei docenti che, non essendo catanzaresi, vivono con distacco la città e la nostra comunità, molti dei quali appena finite le lezioni hanno fretta di tornare nelle loro zone di residenza. Parafrasando la stessa frase del Rettore Cuda “gli studenti non sono un bancomat”, potremmo dire che “Catanzaro non è un bancomat”.

Lo scollamento fra la città e l’Università è dovuto all’indifferenza e all’incapacità non solo della nostra classe politica locale, senza distinzione alcuna, che da decenni continua a dimostrarsi a dir poco inadeguata a risollevare le sorti della nostra amata Catanzaro, ma anche del corpo docente dell’UMG che non si sente e non vuole sentirsi parte integrante del territorio.

Di recente un decano del giornalismo italiano ha affermato in televisione che: “i giovani italiani di oggi si iscrivono all’Università Cattolica o alla Bocconi mentre gli altri lasciano l’Italia per andare in Atenei stranieri”.
Potremmo dire, a tale proposito: se Atene piange, Sparta non ride. Perché nonostante classifiche fantasmagoriche e notizie strabilianti che arrivano dagli altri atenei calabresi, la realtà ci dice che i giovani lasciano la nostra regione per andare a vivere e lavorare altrove e, ancora peggio, dopo la pensione vengono seguiti anche dai genitori. Tutto questo sta portando ad una desertificazione della Calabria nonostante proliferano le “facoltà universitarie spezzatino”.

Occorre un nuovo consiglio comunale ad hoc sull’Università. Il nostro ateneo è come la nostra squadra di calcio, gli allenatori e i calciatori passano ma l’amore per il Catanzaro resta, stessa cosa per l’UMG: rettori, professori e studenti passano ma la nostra Università è un patrimonio della città.

Una risorsa da salvaguardare e valorizzare, chiediamo, quindi, alla deputazione catanzarese, al Sindaco e ai rappresentati istituzionali insieme al Rettore e ai rappresentanti del Senato accademico di sedersi intorno ad un tavolo, guardarsi negli occhi e tirar fuori idee, proposte e progetti per la crescita del nostro amato ateneo.

E visto che la tematica in questione è collegata a progetti imprescindibili, bisogna chiedere conto ad Occhiuto e alla Regione Calabria sul nuovo Ospedale di Catanzaro e sull’attivazione del secondo Pronto Soccorso presso il Policlinico, la vera partita sulla facoltà di Medicina passa proprio da queste importantissime strutture.

ASSOCIAZIONE CULTURALE
PETRUSINU OGNI MINESTRA