Trasversale delle Serre – Quelli che la strada la vogliono (fatta bene)


Una certa rilevanza assume in questi giorni la sospensione ad opera del TAR del progetto conosciuto come “Trasversale delle Serre”, sospensione che avviene in accoglimento del ricorso presentato da un gruppo di proprietari.

Potrebbe sembrare che tale sospensione sia dovuta all’esclusivo interesse dei ricorrenti, di cui faccio parte, semplicemente per non vedersi privati del loro bene.

Per chi non conosce l’evoluzione, o sarebbe meglio dire, l’involuzione di tale progetto vanno fatte alcune precisazioni.

Tuttavia, ancora prima di queste, è importante ribadire che i ricorrenti, tutti, sono a favore della realizzazione di una buona strada. Diversi hanno attività commerciali e l’apertura di una arteria di collegamento con l’entroterra non potrà che portare benefici.

Detto ciò, va ribadito che, quello che temiamo è che, come in questo caso, la strada non tenga conto del territorio operando una devastazione ambientale quanto sociale.

I motivi sono diversi e si sommano tra loro, evidenziando carenze che rendono il tracciato irragionevole, illogico ed infine, ma non ultimo, pericoloso.

 Partiamo da questa ultima affermazione.

ANAS progetta sostenendo che si tratta di una strada di montagna laddove la si potrebbe considerare tale solo a quote superiori a 600 mt sul livello del mare. Sarà mai possibile che cotanti progettisti non abbiano rilevato che Gagliato, sul punto più alto abbia il suo apice a 420 metri? E che non sia catalogato tra i comuni montani ne vogliamo parlare?

Partendo da questo assunto, con tutta evidenza sbagliato, ANAS ritiene di poter non rispettare le norme ed i parametri di progettazione per avere le strade in sicurezza. Per restare in tale ambito le strade non possono avere pendenze superiori al 7% mentre, nel progetto in esame, le pendenze arrivano al 9% con totale disprezzo delle norme e dei parametri di sicurezza citati.

Pretenderebbe ANAS di realizzare strade con quasi il 30% di pendenza fuori dai parametri di sicurezza. A conferma della pericolosità, prevede di realizzare anche delle rampe di rallentamento, a favore dei veicoli dei quali già prevede avranno problemi ai freni per via dell’eccessiva pendenza.

Quanto affermo non è frutto di mie personali speculazioni. La consulenza che l’ingegnere Taverniti Leonardo ha prodotto su nostra richiesta, evidenzia puntualmente e con estrema chiarezza ed esattezza tali deficienze.

Fosse solo questo…

Rileviamo come questo tracciato intercetta e distrugge non solo uliveti ultra secolari, ma anche immobili di valore, attività importanti che sul territorio generano economia, quando non sono anche l’unica fonte di sostentamento di intere famiglie.

Immaginate che tale tracciato, per una visione fortemente opinabile, intercetta demolisce e distrugge la stazione di servizio presente a Satriano marina, attraversa uliveti di pregio, abbatte condomini e, solo per terminare con gli esempi, abbatte la struttura commerciale (ex Pagnotta) per far posto alla ennesima mega rotatoria nello spazio di 150 mt..

Mi si potrebbe obiettare che, se la strada la vogliamo, da qualche parte dovrà pur passare. E qui entra n campo l’argomentazione principe.

Esiste un primo progetto del 2012, che non taglia Gagliato in due parti uccidendolo definitivamente. Passa al di fuori del paese con il sostanziale assenso dei gagliatesi. A Satriano marina attraversa il fiume Ancinale per raccordarsi con la rotatoria di Davoli, all’epoca realizzata proprio con questa finalità, ovverosia accogliere l’uscita ultima della trasversale.

Questa configurazione evita il ricorso massivo agli espropri, consente una minore spesa ed infine, ma non meno importante, rispetta le proprietà ed il territorio.

Mi piace pensare che le proprietà, oggetto di esproprio, non sono state delle vincite al lotto. Sono frutto di lavoro, sacrifici, passione, azioni imprenditoriali e che meritano di essere considerate come tali e spesso sono, come già detto, l’unica fonte di sostentamento di intere famiglie.

Ma visto che si tratta di espropri, vogliamo vedere quali parametri ANAS ritiene di utilizzare per la definizione dei risarcimenti?

In ossequio al DPR 327/2011 e la sentenza della corte costituzionale n° 181/2001, “i valori di esproprio non possono essere calcolati sui Valori Agricoli Medi” ma, aggiunge per come è giusto, “al valore venale del bene”.

Come si comporta quindi ANAS? Essa definisce i risarcimenti moltiplicando per 3 tali VAM (Valori Agricoli Medi) senza che, con una appropriata indagine di mercato, verifichi preventivamente gli effettivi prezzi.

Qualora questa sciagurata ipotesi si realizzasse, pagherebbe gli uliveti, spesso ultrasecolari, ad €/mq. 3,36 a fronte di un valore di mercato pari, nella peggiore delle ipotesi, ad € 7,00.

Come se non bastasse, inorridite pure, appartamenti in immobili pagati ad €/mq. 60,00. Nella fattispecie si tratta di un immobile di mq. 480 risarcito con la miserrima somma di € 28.000 contro gli € 480.000 (€ 1.000 x 480) come valore minimo di mercato.

Non è questo il luogo dove enucleare ogni singolo ed ulteriore dettaglio.

Il mio intento è rappresentare, in maniera chiara che l’intenzione dei ricorrenti non è quella di bloccare una opera attesa da oltre mezzo secolo.

Se lasciassi spazio alle carenti argomentazioni di taluni che, consentitemelo, parlano o scrivono solo perché ritengono di farlo e lo fanno con colpevole ignoranza senza approfondire, ne uscirebbe fuori che la strada non la vogliamo come fosse quasi un capriccio. I capricci li lasciamo ai bambini.

La verità sono i timori che vi ho appena rappresentato e, credetemi, solo in parte.

Quanto a coloro che vogliono cavalcare l’onda per puro protagonismo e non per il bene della comunità dico che, traducendo in maniera accettabile un detto popolare, “con l’altrui deretano vogliono fare le prostitute”.

Invitiamo le istituzioni competenti a rivalutare le priorità e a scegliere soluzioni sostenibili per lo sviluppo del nostro territorio. La Trasversale delle Serre, così come è concepita, rappresenta una scelta miope e dannosa. È tempo di recuperare il progetto che valorizza le nostre risorse naturali e culturali, promuovendo un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo.

Conclusioni

La Trasversale delle Serre non è solo una strada, ma un simbolo di un modo di fare sviluppo che mette a rischio il nostro futuro. È nostro dovere opporci a questo progetto e difendere il nostro territorio e le nostre comunità.

La strada noi la vogliamo, vogliamo una strada da amare e non da odiare perché avrà distrutto proprietà agricole, abitazioni, capannoni e attività produttive e che metteranno sul lastrico le famiglie che ci lavorano.

Dr. Salvatore Battaglia