Bronzi: la gara a chi la spara più grossa l’ha persa la Calabria


 Da quando sono stati scoperti – e sorvolo su ipotesi e gialli vari – non c’è stato limite alla gara di favole e invenzioni, tutte con mezzora di notorietà e subito dopo dimenticate. L’ultima è di ieri: fatti in Sicilia a pezzetti, poi saldati sul posto. Quale posto, dove? E da chi? E con quali prove? Tranquilli, già lunedì non se ne ricorderà più nessuno.

 Vi ricordate Fidia? E mica lo disse il primo scemo del villaggio: lo proclamarono fior di professoroni, i quali evidentemente di tutta la storia dell’arte ellenica conoscevano solo lui!

 Continuarono per decenni, tutti con un articoletto sul giornale, un’intervista in tv, e, ancora più facile, un post sui social; e tanti saluti alla teoria.

 In comune, tutte queste fantasticherie hanno il dogma che i Bronzi devono essere forestieri e naufragati. Invano gente di mare (gente di mare, non sederi incollati alla poltrona) e veri esperti dello Ionio confutarono le teorie dell’affondamento casuale; e un naufragio non avviene a pochi metri dalla spiaggia: ma nessuno ha dato loro retta.

 Nessuno, tanto meno in Calabria. La Calabria dove se uno è forestiero, anche le statue, è senza dubbio più di moda degli indigeni! Perché, in un mondo dove ogni tempio aveva da una a decine di statue di marmo, legno e anche bronzo, non potrebbero essere roba di casa nostra? Mistero.

 Cos’ha fatto la cultura ufficiale calabrese, per i Bronzi? Beh, li ha messi lì, in attesa di turisti. Avete mai visto un film calabrese sui Bronzi? Non sia mai!

 Avete mai sentito dire che la Calabria abbia inventato qualcosa di serio per far conoscere quell’oggetto misterioso che è quella che comunemente si chiama la Magna Grecia? Mai! Ogni tanto qualcuno fa sbarcare Ulisse qui e lì, anche in altissima montagna; qualcun altro s’immagina un Pitagora Tirammolla secondo qualche raffazzonata ideologia… ed è la fine di tutto quello che si conosce.

 È di conseguenza che i Bronzi siano in mano a chiunque lasci le briglie sciolte all’immaginazione. Che possiamo fare?

 Beh, io lo so, che bisogna fare per la Magna Grecia. Abbiate pazienza appena un poco.

 Se intanto l’assessore regionale di turno, se non intende imitare i suoi predecessori che dal 1970 furono solo d’arredamento, volesse dare segni di vita…

 Segni di vita, non di burocrazia!

Ulderico Nisticò