Giovane di origini calabresi uccisa da una statuetta a Napoli, indagati i genitori del bambino


Per la morte di Chiara Jaconis, la turista di 30 anni, deceduta a seguito della caduta di una grossa statuetta che l’ha colpita mentre era ai Quartieri Spagnoli, ci sono due indagati. Sono i genitori di un bambino che – secondo gli inquirenti – potrebbe aver lanciato l’oggetto dal terzo piano ferendo mortalmente la giovane donna.

L’ipotesi di reato segnata sul fascicolo è omicidio colposo, il minore non è imputabile. Ma c’è una domanda importante: se davvero un bambino ha fatto cadere il pesante manufatto com’è possibile che nessuno badasse a lui?

Nelle ultime ore la Squadra Mobile della Polizia di Napoli ha più volte visionato filmati, perquisito palazzi e appartamenti, effettuato sopralluoghi e sperato in testimonianze chiarificatrici (la strada a quell’ora era quasi vuota, lo si vede da video di sorveglianza diffusi anche sul web).

Comunque sia l’attività inquirente va avanti: notificati gli avvisi di garanzia e ora ora occorrerà chiarire il quadro ulteriormente: presenze, movimenti, dinamiche di quanto avvenuto lì dove Chiara è stata colpita, a ridosso di via Santa Teresa agli Spagnoli. Al momento non vi sono assunzioni di responsabilità, ognuna delle persone sentite respinge ogni ipotesi d’addebito.

Gianfranco Jaconis(il padre di Locri della giovane) ha voluto ringraziare, pubblicamente dopo averlo fatto in privato, i sanitari per la professionalità e per l’umanità dimostrata in questi due giorni: «Io sono di origine calabrese, quindi lungi da me avere pregiudizi. Quando mi hanno detto di venire a Napoli, però, forse avevo qualche pregiudizio. Non vi nascondo che pensavo di trovare un ospedale fatiscente. Invece ho trovato un ospedale bellissimo ma soprattutto medici e paramedici che hanno dimostrato tutta la loro umanità» (Fanpage.it)