Onore a chi prova a salvare il salvabile con manifestazioni di altissimo livello come l’Alba; e con il far conoscere la storia e i monumenti di Soverato: di ciò, però, diremo meglio un’altra volta.
Ma intanto si leggono e si sentono cose fastidiosissime quando non inquietanti, con situazioni poco legali e con le ormai regolamentari bande di ragazzotti ambosessi usi a schiamazzi notturni sia voce sia con marmitte artatamente guaste: altri reati.
E qui occorrono riflessioni che vanno molto oltre l’ordine pubblico. La questione non è reprimere il giovincello ubriaco, cosa pur buona e necessaria; o controllare le sedicenti discoteche; la questione è che ormai Soverato ha preso una pessima piega; ed è ora di finirla con pacchianate in finto inglese e con il chiamare affettuosamente movida quello che è un degrado generale di sfaccendati.
Si sta verificando il principio, ben noto, che IL TURISMO CATTIVO SCACCIA QUELLO BUONO; donde l’evidentissimo spettacolo desolante di centinaia di ombrelloni aperti e vuoti. Anche la domenica, e figuratevi lunedì. Il turismo di famiglia è stato scacciato dal chiasso che non porta niente, nemmeno soldi.
E già, non ci vuole niente che i ragazzini vengano a sapere che hanno aperto una discoteca nuova in un posto qualsiasi, e addio Soverato!
Attenti, non cadiamo nel vizio calabrese di cercare il colpevole. Colpevole è tutta la comunità, da quando si lasciò gabbare dall’illusione ottica QUANTA GENTE SUL LUNGOMARE, con la solita foto… Non c’è niente di più soggettivo delle foto: basta riprendere un vicoletto di tre metri, e pare una folla oceanica.
Cosa si può fare? Beh, una riunione a settembre, convocando tutti, e pretendendo da tutti la nudissima verità: quanti posti letto hanno piazzato; quanti coperti nei ristoranti; quanti ombrelloni; per quanti giorni hanno lavorato davvero; come mai dopo il 25 agosto non si trova più una birra: birra, mica caviale!
A tutti verranno concessi esattamente dieci minuti, per un totale di seicento secondi; chi li spreca per vantarsi o per lo sbarco di Ulisse, peggio per lui. Ragazzi, per dire la verità dieci minuti sono anche troppi; è per raccontare fandonie che servono ore a ruota libera. Perciò, dieci minuti, poi si spegne automaticamente il microfono.
A tutti, politici inclusi anzi in testa: dieci minuti, venisse anche davvero Ulisse sbarcato pure a Soverato oltre che a Tiriolo, Lamezia, Copanello, Squillace, Scilla, Crotone, Amendolara… e siccome al peggio non c’è mai fine, anche a Nardodipace.
La facciamo, questa riunione? Sì, solo se la dirigo io.
Ulderico Nisticò