Controlli dei carabinieri in stabilimenti balneari, sequestri e sanzioni


Continuano i controlli delle attività commerciali nel settore turistico-alberghiero da parte dei Carabinieri del Comando Provinciale di Catanzaro.

L’operazione, denominata “Wave”, mira a verificare il rispetto delle normative ambientali, di igiene e sicurezza dei prodotti agroalimentari, nonché le autorizzazioni e le concessioni marittime da parte delle strutture ricettive.

In particolare, sulla fascia costiera tirrenica, a Lamezia Terme, hanno dato esecuzione a mirati controlli su alcune attività commerciali insistenti sul demanio marittimo. L’attività, preceduta da un’articolata raccolta e analisi di dati informativi, ha visto all’esito delle approfondite procedure ispettive, sussistendo i presupposti di cui all’art. 321 c.p.p, i Carabinieri di Lamezia Terme e la Capitaneria di Porto di Vibo Valentia, procedere al sequestro preventivo di un intero stabilimento balneare che occupava un’area di 10.000 mq. in assenza di titoli autorizzativi/concessori, in violazione degli articoli 54 e 1161 del Codice della Navigazione.

Nel corso delle operazioni, è stato inoltre riscontrato che all’interno dello stesso stabilimento un’area dell’estensione pari a circa 100 mq era stata adibita a deposito incontrollato di rifiuti di vario genere e, grazie alla componente specialistica dei Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro, è stata rilevata la presenza di un lavoratore irregolare. Inosservanze sull’occupazione di spazio demaniale sono state accertate anche a carico dei titolari di altri due stabilimenti balneari, i quali, seppur in regola con i titoli autorizzativi e concessori, risultavano aver illegittimamente esteso la posa di ombrelloni e lettini oltre i limiti previsti dalla concessione.

I controlli eseguiti dalla Task Force sui tre stabilimenti hanno consentito, a fattor comune, di rilevare alcune carenze igienico-sanitarie e in materia di sicurezza balneare, per le quali la Capitaneria di Porto ha proceduto alle contestazioni di competenza.

Ancora sul litorale tirrenico, è stato accertato che in assenza di titoli autorizzativi/concessori, veniva occupata una superficie pari a circa 10.000 mq per la realizzazione di uno stabilimento balneare e attività di bar/ristorazione, creando un deposito incontrollato di rifiuti di vario genere su un’area pari a circa 100 mq, rilevando anche carenze igienico sanitarie e di sicurezza balneare. In questa circostanza, si procedeva a un sequestro amministrativo di 5 kg di alimenti ittici privi di tracciabilità ed elevare sanzioni amministrative per 23.500 euro.

Controlli anche sul litorale ionico catanzarese

Riscontrata in uno stabilimento balneare, l’assenza dei dispositivi di sicurezza per gli assistenti bagnanti previsti dall’ordinanza balneare 13/2004 dell’ufficio circondariale marittimo di Soverato, elevando nei confronti del titolare una sanzione amministrativa pari a 1.032 euro.

In un altro lido del golfo di Squillace, è stata riscontrata la mancata tracciabilità di 14 kg di prodotti ittici, la mancata procedura di autocontrollo alimentare e la presenza di n. 2 lavoratori in nero, elevando così sanzioni complessive pari a euro 12.300, oltre all’applicazione della sanzione accessoria della sospensione dell’attività imprenditoriale.

Nell’alto ionio catanzarese, in uno stabilimento balneare, sono state accertate violazioni in materia di sicurezza del lavoro ed a carenze di tipo igienico-sanitarie nel locale cucina.

Dalle verifiche compiute è emerso che il proprietario del locale aveva impiegato diversi lavoratori irregolari all’interno del proprio esercizio commerciale e che, inoltre, non aveva provveduto a garantire tracciabilità alimentare di alcuni prodotti, che sono stati contestualmente sottoposti a sequestro, contestando sanzioni amministrative per 7.000 euro.

È stato controllato un villaggio turistico del basso ionio soveratese contestando sanzioni amministrative per complessivi 32.300,00 euro in relazione a violazioni accertate in materia di sicurezza del lavoro. Nella fattispecie, dalle verifiche compiute è emerso che il legale rappresentante della struttura turistica ha impiegato 7 lavoratori in nero, di cui uno extracomunitario regolare sul territorio nazionale. L’attività è stata sospesa.

Nella stessa zona, ad uno stabilimento balneare sono stati contestati illeciti amministrativi per euro 2.847 per aver omesso di custodire sul luogo di lavoro il documento di valutazione dei rischi. Ancora, nel soveratese, è stato effettuato un controllo in un esercizio pubblico discoteca – ristorante – bar dove è stato organizzato un intrattenimento musicale – danzante aperto al pubblico senza aver osservato le prescrizioni dell’autorità competente a tutela dell’incolumità pubblica, tra le quali il superamento della capienza massima di 700 persone e presenza di ingombri dinanzi a talune uscite di sicurezza.

Nella circostanza sono stati contestati illeciti amministrativi per 8.333 euro, per l’accertamento di violazioni in tema di somministrazione alcolici oltre le ore 03:00, impiego di personale con mansioni di addetto alla sicurezza non iscritto nell’elenco prefettizio, infine per non aver aggiornato il documento di valutazione dei rischi, nella circostanza gli è stato contestato illecito amministrativo per di 1.000 euro per l’accertamento di carenze igienico-sanitarie nel locale adibito a cucina e bar, ed è stata sottoposta a sequestro preventivo un’area di 400 mq adibita a pista da ballo.

Le verifiche, che complessivamente hanno portato al controllo di dieci strutture balneari, ad elevare circa 87.000 euro di sanzioni amministrative, a trovare dieci lavoratori irregolari e a sospendere due attività, proseguiranno nelle prossime settimane su entrambi i versanti della costa catanzarese.

L’obiettivo è “contribuire a garantire lo sviluppo sostenibile dell’economia balneare, vigilando attentamente sulla tutela dell’ambiente e degli ecosistemi marini, per consentire a turisti e bagnanti di poter godere di un mare e di una spiaggia pulita e di strutture alberghiere che offrano servizi di alta qualità, nel rispetto delle leggi e regolamenti di settore. Il tutto mediante azioni utili a conoscere e valutare il fenomeno in ambito regionale e, nel contempo, valorizzare le funzioni di polizia ambientale affidate, in ambito nazionale, all’Arma dei Carabinieri”.

I controlli sono stati eseguiti dai Carabinieri e dalla Capitaneria di Porto con il supporto dei reparti specializzati dell’Arma ovvero i Nuclei Ispettorato del Lavoro (NIL) e Antisofisticazione e Sanità (NAS), i Carabinieri Forestali nonché, quando necessario, con l’ausilio dell’A.S.P. e dell’Agenzia del Demanio.