Turismo balneare e numeri


  Neanche la prima domenica di agosto ha mostrato uno spettacolo incoraggiante, a Soverato; e intanto si legge che si lamentano anche a Tropea. Sarebbe il caso di una seria riflessione.

1. Il turismo balneare sta passando di moda.
2. Le famiglie non hanno soldi per un mese al mare come negli anni 1960.
3. Se anche li avessero, un mese al mare sarebbe una noia mortale, tra qualche ora di sole e la mitica passeggiata “quanta gente sul Lungomare”.
4. Gente che, sotto gli occhi di tutti, non c’è.
5. Chi può andare in vacanza, cerca alternative al mare.

 Mi giungono notizie di buoni risultati circa il turismo culturale. Ebbene, si tratta di attività che NULLA hanno a che vedere con queste assenti categorie:

a. I diplomifici di Cosenza, Catanzaro, Reggio e annessi, che come diplomifici vanno bene, ma la cui incidenza culturale nel territorio è zero.
b. La Regione Calabria, i cui assessori al ramo sono DI ARREDAMENTO, e privi di ogni iniziativa; non hanno idee, e non ne chiedono.
c. Province e Comuni, idem.
d. Gli intellettuali piagnoni antimafia segue cena, che ignorano anche dove sia la Calabria, figuratevi le aree archeologiche e i monumenti. Però campano di cittadinanze onorarie e pr€mi letterari.

 A Soverato, attività culturali? Quelle che ci sono, come l’Alba di domani 6, si devono a idee e realizzazioni di chi leggete nell’invito.

 Quanti bagnanti indigeni e foresti hanno visto la Pietà del Gagini? C’è un docufilm, ma, per ragioni che mi sfuggono, non viene proiettato alla “gente sul Lungomare”, la quale ne ignora l’esistenza; come del resto anche della Pietà.

  Stamani 5, esce il Programma civile della Madonna a mare che è l’11. Ad essere buoni, è il nulla. Complimenti al Comitatone, di cui vorrei tanto conoscere i nomi.

 E “agustu”, come sapete “è capu e vernu”, cioè verso il 20 è finita.

Ulderico Nisticò