Ustica, Bologna e verità giudiziarie


 La verità giudiziaria è quella che emerge in tribunale attraverso formulazione di ipotesi di reato e acquisizione di prove e testimonianze; e non raramente anche attraverso tecnicismi procedurali. Per esempio, se l’imputato X beneficia della prescrizione, è libero e incensurato, però nessuno crede che sia davvero innocente: nessuno, nemmeno il giudice che lo libera.

  Bene: ma ogni sentenza può aver accertato la verità giudiziaria, e nemmeno sempre; non la verità politica e la verità storica. Esempio: nel 1914 venne ucciso l’Asburgo arciduca Francesco Ferdinando, erede ai troni congiunti di Austria e Ungheria, e ciò scatenò la Prima guerra mondiale. Ebbene, le ipotesi furono, e restano, non due ma tre: la prima, uno degli innumerevoli attentati dei secoli XIX e XX, riusciti o meno, opera di singoli più o meno pazzi; l’altra, l’intenzione fredda e consapevole di qualcuno di scatenare la guerra. E la terza? Attenti qui: che chi aveva fredda intenzione di scatenare la guerra abbia trovato, con grande facilità, l’ardente matto di turno vagamente ideologizzato.

 Esempio più recente, l’uccisione di Kennedy, su cui sono stati scritti libri a centinaia e girati film, e nessuno ne sa niente di sicuro. Nemmeno l’assassino, a sua volta subito assassinato: ma guarda un po’!

 Dal 1969, prima grande strage, a oggi, in Italia sono avvenuti delitti di enorme gravità; e su ognuno si sono svolte indagini e sono state emesse sentenze. Prendete Ustica, su cui ogni anno esce una notizia nuova, e prove certe zero. Eccetera.

 Qualche volta la verità giudiziaria ha, e non sempre, appurato che Tal dei Tali, putacaso, ha messo una bomba. Ebbene, le bombe sono oggetti delicati, per chi non è del mestiere: vi ricordate Feltrinelli? E certe bombe non si trovano nei negozi sono casa. Questo, anche a proposito di verità giudiziaria.

 Ma veniamo alla verità politica. Poniamo, così per divagare, che l’aereo di Ustica sia stato davvero abbattuto da un missile lanciano da un aereo; e che questo aereo sia stato di proprietà del Granducato di Curlandia, alleato dell’Italia. Ecco un bel caso di differenza tra verità giudiziaria (la colpa della Curlandia), e verità politica (la Curlandia è amica e non si può toccare).

 Per sapere qualcosa della verità storica di questi e altri tristi avvenimenti, bisognerebbe disporre di documenti più o meno credibili; ma certi documenti sono SECRETATI, cioè non si possono leggere. E come mai? Beh, se la verità è così semplice e chiara come abbiamo sentito dire il 2 agosto, cosa c’è da nascondere? I maligni pensano ci sia da nascondere qualcosa che riguardi o il Granducato di Curlandia o, in alternativa, il suo nemico Granducato di Carelia.

 Torno all’esempio. Se oggi, nel 2024, si viene a sapere che l’erede asburgico venne ucciso per ordine della Carelia o della Curlandia, ormai la cosa comparirebbe solo su qualche pagina dei testi scolastici che quasi tutti i prof saltano. A chi può fare paura?

 A chi può fare paura decretare i documenti secretati su Bologna. Tranquilli, il Granducato di Carelia non esiste dal XVI-XVII secolo, e anche prima era nominale; quello di Curlandia, non è mai esistito.

 I documenti secretati su Bologna sono rimasti secretati, dal 1980, e sotto tutti i governi e tutti i partiti, inclusi gli attuali. Difficile pensare che li abbiano coperti la sinistra o la destra o il centro, visto che hanno governato tutti, e spesso anche intrecciati.

 Come mi piacerebbe sapere che sono desecretati!

Ulderico Nisticò