La teratopoiesi scolastica, ovvero creazione di mostri


 La teratologia è una branchia che studia i mostri (τέρας, τέρατος), tipo quando nasce un vitello con due teste o un cane che pare un gatto. C’è dunque una teratopoiesi, cioè come si fa a creare dei mostri.

 In Calabria, la teratopoiesi è radicatissima nella comune mentalità, e nella tendenza barocca all’esagerazione. Tipo “staju morendu” per dire ho mal di testa. Tutti, ma proprio tutti, hanno un nonno barone; e, male che vada, un parente che “ha un posto, a Varese… ”. In qualche modo, tutti si devono poter vantare di qualcosa.

 A scuola, di che vantarsi? Ma dei voti, i quali, francamente, agli studenti non interessano molto, però alle loro mamme sì, soprattutto se la sorella o la vicina di casa hanno dei figli che pigliano qualche voto in meno.

 Ed ecco che la Calabria, anche quest’anno, vanta il primato nazionale dei CENTO E LODE; seguito da quello, meno lusinghiero, poverini!, dei soltanto CENTO. Che sventura! ma bisogna contentarsi.

 Mesi fa i test Invalsi hanno spiegato che gli studenti calabresi hanno gravissime carenze in italiano e in matematica. Che abbiamo sentito dire? Che i test non valgono. Misteri della scuola!

 Torniamo ai SUPERLODATI. Sarei lieto di sapere se i Centoelode del 2019 si sono laureati nel 2024 o stanno vagando tra un esame e l’altro; e se laureati, con quali voti; e, se laureati, quale fu ed è la loro sorte attuale.

 E anche nel 2024, mi divertirei a chiedere a un CENTO E LODE del Classico che roba sia ἤχθω in greco, e triste lupus stabulis in latino. E se ha mai sentito nominare l’esapodia dattilica dicatalettica in disyllabam, anche solo come il più banale pentametro. E se lo sa scandire.

 Alla fine, il Liceo Classico non è un centro di accoglienza per bimbi fragili, ma un luogo dove ἤχθω è di casa: imperativo perfetto medio terza singolare di ἄγω. Invece triste, per dispetto, non ve lo dico: fatevi sotto, calabri filologi in erba… e non.

 Perché incrudelisco così? Perché poche cose sono pericolose come la teratopoiesi, sia ai danni delle mamme, sia a quelli mentali del fanciullo; fanciullo che si convince davvero di essere un genio, e aver diritto dalla vita a ogni lusso e trionfo… senza impegno, senza studio, senza umiltà. E le mamme resteranno a vita sicure di aver messo al mondo un Campanella o un Alighieri, e che quindi gli devono dare un posto fisso al Comune, meglio se a mezzo chilometro da casa. Tanto, il pezzo di carta ce l’ha, e pure con voto altissimo.

 E perché non mi spiego come mai se la Calabria è la prima d’Italia a scuola (???), in tutto il resto è l’ultima d’Europa. Ecco un τέρας. Con tutti gli intellettualoni che la Calabria sforna ogni anno, dovremmo essere tali che la Scuola di Atene apparirebbe una mandria di ciuchi; e invece non riusciamo manco a spendere i soldi che ci regalano.

 Che ingegni, i Calabresi, fin da ragazzini!

Ulderico Nisticò