Sette mesi senza la fermata nell’area interna della Cittadella regionale


Un incubo senza fine: i dipendenti “pendolari” sono condannati all’attesa del bus lungo il ciglio della strada all’interno della Cittadella regionale, in balìa degli agenti atmosferici e del passaggio di altri mezzi.

Che ci sia la pioggia o il vento gelido che sferza il viso, la certezza è quella di attendere il bus senza alcun riparo, magari con i piedi immersi in qualche pozza d’acqua oppure, se fa caldo, come in questi giorni, bisognerà attendere il bus sotto l’ombra di un albero di ulivo per sfuggire all’incipiente calura estiva.

Quando, invece, è buio il rischio che corrono le centinaia di lavoratori “pendolari” è quello di poter essere travolti da qualche mezzo in corsa.

Sono trascorsi oltre sette mesi dal 19 dicembre 2023, quando fu comunicato lo “stop” alla circolazione degli autobus di linea nell’area interna della Cittadella regionale e, da allora, i lavoratori “pendolari” sono costretti ancora ad attendere i bus in mezzo alla strada, lungo una semplice striscia di marciapiede e privi di alcun riparo.

Persino gli stessi autobus, nelle manovre di ingresso e di uscita dalla Cittadella regionale, manifestano serie difficoltà a causa della carreggiata ristretta. Nonostante le reiterate segnalazioni da parte del sindacato CSA-Cisal, resta questa condizione indegna per l’Amministrazione regionale e davanti a tale scenario – dichiara il dirigente sindacale Gianluca Tedesco – noi non ci arrendiamo, qualunque sia il muro da abbattere, continueremo con la stessa ostinazione a portare avanti la nostra denuncia nei confronti di una situazione grave che si fa sentire ancor più in questi giorni, durante i quali si stanno registrando temperature record e dove i lavoratori sono costretti ad aspettare i mezzi di trasporto pubblico sotto il sole cocente.

Questa volta – continua il dirigente sindacale – non facciamo appello più ai diversi dirigenti regionali, che sono rimasti inermi sfuggendo le responsabilità del caso a fronte di tale condizione così degradante per un ente pubblico. Questa volta, ci rivolgiamo al vertice dell’Amministrazione.

Presidente Occhiuto, pur sapendo bene che non è suo onere e neanche sua diretta competenza, consapevoli dell’enorme mole di questioni che quotidianamente è chiamato ad affrontare, ci rivolgiamo direttamente a Lei. Non si perda più un solo minuto e si predispongano tutti gli strumenti necessari per ripristinare la fermata nell’area interna della Cittadella regionale, dotata di infrastrutture e arredo, con apposite pensiline e sedute per i lavoratori.

Le chiedo, a nome dell’organizzazione sindacale che rappresento e dei lavoratori della Sua Amministrazione, di mettere mano a questa ingiustizia. Offra un’opportunità di speranza, ottimismo, decoro e dignità a quei tanti lavoratori che, ormai rassegnati, vivono quotidianamente il disagio dell’attesa dell’autobus di linea per fare rientro nelle proprie case.

È ora di farla finita con questa cieca indifferenza, è il momento di un’azione concreta e straordinaria che metta fine all’indignazione denunciata. Il tempo delle “non decisioni” è scaduto e ogni giorno che passa è un giorno di colpevole ritardo, le cui conseguenze si riversano inevitabilmente sui pendolari.

Non si può fare finta di non vedere! Basterebbe solo una seria volontà per cambiare le cose e, per tale motivo, ci stiamo rivolgendo a Lei, figura di garanzia e di difesa nei confronti dei dipendenti della Sua Amministrazione. Intervenga Presidente Occhiuto, solo Lei può cambiare stabilmente la rotta. Non lasci che sentimenti di angoscia e rassegnazione prevalgano sulla speranza dei tanti lavoratori che stanno tenendo duro ogni giorno, cercando in tutti i modi di mantenere il sorriso e la pazienza.

Grati per la Sua attenzione – conclude il dirigente sindacale Tedesco – confidiamo nel suo pragmatismo e siamo certi che, anche in questa circostanza, saprà trovare la giusta soluzione che speriamo possa andare nella direzione tanto auspicata. La Sua sensibilità saprà senz’altro guidarla ad agire perché purtroppo non c’è più tempo per aspettare.