Corre voce che i fondi PNRR destinati alle ferrovie ionica e dell’Istmo siano stati stornati. Il governo replica che le opere verranno finanziate con altri fondi. La cosa è poco chiara, e, non avendo contezza esatta della questione, aspetto di saperne di più.
Intanto la stampa sussurra che le cose sono andate così. I fondi PNRR del 2023 devono essere spesi nel 2023; mentre le tre linee ferroviarie – per la Calabria, istmica e ionica – non sono state ancora progettate in modo completo e regolare. E siccome le norme europee sono rigide, i soldi PNRR andrebbero persi, in mancanza di progetti. Attenzione, non sto parlando in italocalabrese ma in italiano: progetto NON vuol dire idea o intenzione o sogni, vuol dire qualcosa di scientifico e di tecnico, con relativi risvolti esecutivi e finanziari. E invece ci sono utopie, non ci sono i progetti.
A questo punto, uno si domanda di chi è la colpa. La colpa nel 2023, non quelle comode inventate dagli storici della domenica (i Bizantini, gli Spagnoli, i Borbone, Garibaldi… ahahahahah), o l’insulsa battuta che siamo “colonia”: dico la colpa dei Calabresi del 2023, quindi politici e politicanti e passacarte; e, trattandosi di progetti, geologi e ingegneri. Se a un ingegnere è stato affidato l’incarico di progettare, io voglio sapere se nell’incarico era previsto un termine di tempo; se l’ingegnere l’ha rispettato oppure se l’è presa comoda, tipo “poi vidimu” alla calabrese maniera. E se gli faranno pagare una penale, e assegneranno il progetto ad altri.
Qualcuno dei miei affezionati lettori pensa che riceverò risposta, magari con nome e cognome degli ingegneri e dei politicanti e sederi piatti? Ahahahahahahahah.
Per ora siamo al solito gioco perverso della Calabria: ricevere valanghe di soldi, non saperli spendere, rimandarli indietro vergini.
Poi vi lamentate che la Calabria è sempre l’ultima d’Europa?
Ulderico Nisticò