Trentacinque condanne e 12 assoluzioni: è la sentenza emessa oggi dal Tribunale di Catanzaro nell’ambito del processo “Basso Profilo”, un procedimento, incardinato dalla Dda di Catanzaro, incentrato su presunti intrecci illeciti tra le cosche di ‘ndrangheta del crotonesi e il mondo dell’imprenditoria. Trent’anni di reclusione sono stati inflitti all’imprenditore Antonio Gallo che il pubblico ministero Paolo Sirleo, durante la requisitoria, ha definito “soggetto servente alle cosche”, un uomo che ha costruito un sistema di società cartiere il cui unico scopo era quello di “produrre fatture”.
Gallo era accusato, tra l’altro, di associazione mafiosa. A 30 anni è stato condannato anche Umberto Gigliotta, imputato per associazione per delinquere semplice aggravata dal metodo mafioso.
Sei anni e 8 mesi sono stati inflitti a Ercole D’Alessandro, all’epoca dei fatti luogotenente della Guardia di finanza in servizio al Nucleo di polizia economico finanziario – Gico sezione Goa di Catanzaro, accusato di associazione per delinquere semplice aggravata dal metodo mafioso, corruzione, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio, traffico di influenze illecite, accesso abusivo a un sistema informatico, false attestazioni o certificazioni, truffa militare.
Assolta l’ex presidente dei giovani industriali di Crotone Glenda Giglio, imputata per concorso esterno in associazione per delinquere semplice aggravata dal metodo mafioso e trasferimento fraudolento di valori aggravate dal metodo mafioso.
Assolti anche il figlio di D’Alessandro, Luciano, l’ex consigliere comunale di Catanzaro Tommaso Brutto e il figlio ed ex consigliere di Simeri Crichi Saverio Brutto.